Italia Messico d’Europa, in testa al peggio del peggio

di ROMANO BRACALINI

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“L’Italia è il Messico d’Europa”, ripeteva don Giustino Fortunato, meridionalista onesto, senza tacere che il Sud della penisola, di cui lui stesso era originario, contribuiva da par suo alla realizzazione della profezia. Nella classifica delle qualità peggiori, dei disservizi pubblici, della corruzione, delle tangenti, dei ritardi statali siamo, com’è giusto, in compagnia degli ultimi. Lo dice, se mai ce ne fosse bisogno, il rapporto annuale della Confcommercio: c’è in Italia una eccessiva burocrazia che tratta il cittadino da suddito angariato. Lo Stato che spreme il cittadino e gli manda i carabinieri se ritarda un pagamento, se la prende comoda quando a pagare tocca a lui e nella classifica dei ritardati pagamenti e delle mazzette, su 26 paesi l’Italia occupa i primi posti dopo Slovacchia, Messico e Grecia. Ma ce n’é anche per la magistratura italiana le cui lentezze e incongruenze sono universalmente note al punto che sui giornali americani si scrive “giustizia italiana” tra virgolette, come di un’avvertenza necessaria, come di un’altra curiosità o stranezza del “caso italiano”. Nel 2008 un tribunale siciliano ha finalmente chiuso una causa civile che durava da 192 anni. Gli avvocati, in un paese tradizionalmente litigioso e indisciplinato, pullulano. Nella sola Roma ce ne sono più che nella Francia intera. Napoli è una città di avvocati. Le scaciate e improvvisate università del Sud (sono sorte come funghi in pochi anni) sfornano paglietti e mozzaorecchi più dell’Italia intera. Nel mondo giuridico internazionale le richieste di estradizione italiane sono famose per le motivazioni insufficienti, approssimative e poco chiare dal punto di vista linguistico.

E’ scaduto il livello culturale delle professioni. Un tempo si accedeva alla facoltà di giurisprudenza unicamente dal liceo classico: era necessario conoscere il latino e il greco per studiare i classici originali e i principi basilari del diritto. Oggi è sufficiente avere un diploma di istituto tecnico. Meraviglia che l’italiano sia un mistero per parecchi magistrati? La lingua si è impoverita, quando non è infarcita di errori elementari, massimo ai livelli della burocrazia di stato. Da Roma in giù non si ha nozione del congiuntivo. Dirigenti che arrivano a scrivere nei documenti ufficiali: ”I parenti della salma”.

Dal dopoguerra la partitocrazia ha invaso ogni settore dell’amministrazione pubblica nazionale e regionale. Il malcostume è un fatto ancestrale; l’arricchimento attraverso la carica pubblica è un criterio accettato. Dichiara un burocrate siciliano: ”Amministratori incompetenti, autoritari, ignoranti… abbiamo ottanta automobili che servono a portare in giro le cameriere degli assessori”. In Francia c’è la famosa “Ecole nationale d’Administration” dalla quale escono i “commis” (commessi), come si chiamano gli alti funzionari dello Stato. In Inghilterra i funzionari pubblici si chiamano “Civil servant”. Sono al servizio del cittadino. In Italia sono il braccio armato dello stato che vessa i cittadini. Il concorso pubblico non esclude i trucchi e le raccomandazioni politiche,sia per entrare in magistratura che nell’amministrazione statale.

Il Sud ha invaso lo Stato che forse, proprio per questo, è il più costoso e il peggio amministrato d’Europa. A Napoli c’è un netturbino ogni 375 abitanti; a Milano, più grande e più pulita, il rapporto è di uno ogni 520 abitanti. Più di mille giardinieri a Palermo,250 a Torino (La Stampa,13 ottobre 2008). I tecnici informatici nei tribunali pugliesi sono 32, quanti tutti quelli di tutto il Settentrione. Nel Nord-Est sono solo 9. Più addetti non garantiscono un miglior servizio. Perché le assunzioni al Sud non si fanno per rendere un servizio migliore ma per ripagare un favore,assicurarsi il voto.Nella classifica dei ritardi burocratici l’Italia è al 143° posto su 181 paesi (Corriere della Sera,12 aprile 2010). In Italia per progettare e affidare i lavori di una grande opera occorrono in media 900 giorni: si va dai 583 giorni della Lombardia ai 1.100 della Campania, ai 1.582 della Sicilia. Più di quattro anni. E ancora: 257 per l’autorizzazione a costruire un semplice capannone o un piccolo magazzino. Negli Stati Uniti bastano 40 giorni, in Gran Bretagna 95, in Germania 100, in Francia 137.

Al Sud è tutto più difficile e precario. L’autostrada Salerno-Reggio Calabria, cominciata nel 1962 non è ancora terminata,dopo mezzo secolo. Si prevede che i lavori finiranno nel 2013. Costo finale previsto: 10 miliardi di euro. Sulle autostrade siciliane Palermo-Messina, Messina-Catania, Siracusa-Gela, in tutto 299 chilometri, vi sono 22 caselli con 348 casellanti: ai quali vanno aggiunti 150-200 casellanti stagionali. Su circa il 40% delle autostrade meridionali non si paga il pedaggio. Doveva essere un incentivo allo sviluppo. Invece ha significato bassi livelli di servizio e di efficienza. Il personale c’è (e anche in soprannumero) ma è come se non ci fosse. L’Italia come il Messico (persino i colori della bandiera sono eguali). Se fai le previsioni peggiori, le azzecchi tutte!

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