di BENEDETTA BAIOCCHI – Fissate bene la data. Nel giugno 2006, su un numero del mensile Studi Cattolici, rivista culturale vicina all’Opus Dei, venne pubblicata una vignetta di Guido Clericetti che riproponeva un disegno relativo al canto XXVIII dell’Inferno della Divina Commedia.
Maometto veniva attraversato da un colpo di spada, a causa dello scisma creato nel mondo, nella didascalia di Clericetti Dante chiedeva a Virgilio: «Quello là diviso a metà dalla testa alle chiappe non è Maometto?». E rispondeva Virgilio: «Sì, è diviso perché ha portato divisione nella società, mentre quella là, con le brache calate, è la politica italiana nei confronti dell’Islam».
In quei giorni, sul Corriere della Sera, Pietro Scoppola, studioso cattolico, che diresse la rivista Il Mulino e poi professore emerito di Storia contemporanea presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università La Sapienza di Roma, affermò che
«L’Islam è una cosa seria, è necessario affrontare la realtà non con le barzel-lette ma con la riflessione, lo studio e il dialogo; occorre capirne le radici storico culturali profonde».
Infine: «… è difficile affrontare temi come la condizione della donna e la laicità dello Stato ma le basi per un dialogo serio ci sono, come l’occasione della preghiera comune ad Assisi».
Ma non solo «…la politica Italiana ha sempre avuto grande attenzione al Medio Orien-te e ha sempre avuto un ruolo primario nel favorire l’incontro con l’Islam».
Per chiudere: «…vignette di questo tipo fomentano atteggiamenti sbagliati di chi è a favore di una assurda guerra di civiltà in cui si vuole trascinare il Cristianesimo; ogni azione di questo tipo è una vera e propria provocazione, pericolosis-sima proprio ora nel momento in cui l’Onu sta trattando con l’Iran per la verifica degli impianti nucleari; scherzare con Maometto adesso è da incoscienti, ci vorrebbe un minimo di intelligenza».
Non vi sembra che non sia passato neanche un giorno? E che indietro nel tempo, forse, la Chiesa era più coraggiosa di oggi?