Intanto la Germania taglia luci e insegne. Per gli edifici pubblici l’austerity

Via libera del governo tedesco a una legge per il razionamento energetico, che limita il riscaldamento degli edifici pubblici e vieta i cartelloni pubblicitari illuminati. La normativa, che entrerà in vigore tra poco più di una settimana e rimarrà in vigore inizialmente per sei mesi, prevede che gli edifici pubblici, dai municipi alle sale d’attesa delle ferrovie, non possano essere riscaldati a una temperatura superiore a 19°C e che i termosifoni nei corridoi, negli atri, negli ingressi e nei locali tecnici debbano essere spenti. Le misure fanno parte di uno sforzo nazionale di risparmio energetico per ridurre la dipendenza dal gas russo e, più nell’immediato, per affrontare il rischio che Mosca decida di interrompere completamente le forniture alla Germania attraverso il gasdotto Nord Stream 1. È stata inoltre approvata una legge per la ridefinizione delle priorità del trasporto ferroviario, dando ai treni che trasportano carbone e petrolio la precedenza rispetto ai treni passeggeri o ad altri treni merci. Il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck ha dichiarato che le misure sono fondamentali per la sicurezza energetica della Germania: “Vogliamo liberarci il più rapidamente possibile dalla morsa delle importazioni di energia dalla Russia”.

Secondo quanto previsto dalla legge, le facciate degli edifici e i monumenti non potranno più essere illuminati per motivi puramente estetici. Le autorità di Berlino e di altri laender hanno già attuato molte misure di risparmio energetico: la Porta di Brandeburgo nella capitale ha spento le luci diverse settimane fa. La normativa annullerà temporaneamente anche le clausole dei contratti di affitto che garantiscono una temperatura minima negli edifici. Nei prossimi giorni sono attese ulteriori norme, che includeranno misure tecniche come un controllo annuale obbligatorio degli edifici riscaldati a gas, per garantire che funzionino nel modo più efficiente possibile.

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