Intanto i siciliani chiedono il referendum per secedere

di Benedetta Baiocchi – Nella confusione e nella calca da panico, si stanno consumando altrove fatti di vita che sono di interesse per chi coltiva il sogno dell’autonomia e dell’indipendenza. E’ così che il quotidiano Ilsicilia.it, sottotitolo, indipendente nei fatti, riporta la notizia di un evento. Eccolo. Corredato di ampia nota degli organizzatori.

“Nei locali dell’Auditorium San Mattia ai Crociferi di Palermo, gli indipendentisti provenienti da tutta la Sicilia si sono ritrovati, stamani 22 febbraio 2020, ​in occasione del primo incontro pubblico di Antudo per delineare dieci tesi del manifesto fondativo, il panorama politico e culturale dentro il quale si andrà a sviluppare il nuovo progetto politico pensato per l’indipendenza della Sicilia.

Entro cinque anni faremo un referendum. Faremo un referendum per l’abolizione dell’articolo 1 dello Statuto speciale, quello che ci tiene dentro l’unità politica dello Stato Italiano. Faremo un referendum per l’indipendenza della SiciliaUna domanda semplice: «Vuoi che la Sicilia sia indipendente»? Sì o No” afferma l’esponente Luigi Sturniolo”.

 

E’ tutto chiaro? Interessante l’affondo riportato ancora dal quotidiano.

“Antudo – spiega una nota del movimento – è dunque l’espressione dell’Indipendenza della Sicilia contro la dipendenza dallo Stato Italiano e dal modello di sviluppo capitalistico che sull’Isola ha prodotto solo disoccupazione, precarietà, devastazione ambientale, emigrazione forzata. Si è poi fatto notare come, dentro questo quadro a tinte fosche, una larga parte dei Comuni siciliani siano in dissesto finanziario e incapaci di fornire servizi e cura ai cittadini, come il rientro dal debito imponga agli abitanti dell’Isola un regime di austerità e di aumento ai massimi livelli dei tributi locali“.

E ancora, si legge.

Penuria di risorse da parte degli enti locali  – conclude la nota – e mancanza di infrastrutture costituiscono un dispositivo politico e sociale che assume un carattere recessivo e disegna un futuro grigio per l’Isola. In un’epoca in cui il potere decisionale si sposta sempre più lontano dai luoghi su cui poi esercita il proprio controllo e si concentra nelle mani di pochissime istituzioni internazionali, diviene urgente rilanciare una politica che dal basso affermi la​ chiara e determinata volontà di decidere riguardo le sorti della propria terra“.

Ragione ne hanno da vendere, che sia la volta buona che i siciliani riprendono in mano il proprio destino?

E sul proprio sito, Antudo.info, si legge molto di più.

“https://www.ilsicilia.it/antudo-a-palermo-entro-5-anni-referendum-per-lindipendenza-della-sicilia/”

Antudo a Palermo: “Entro 5 anni referendum per l’indipendenza della Sicilia”

ANTUDO (Animus tuus dominus) è una espressione dell’indipendenza siciliana.

Ad Antudo fanno riferimento le realtà sociali che si muovono per l’autodeterminazione e l’autogoverno dei territori.

Antiche e nuove politiche hanno distrutto la molteplicità delle risorse economiche, trasfigurato il paesaggio, sciupato il patrimonio locale, avvelenato il suolo, consumate le acque, rotto ogni forma di solidarietà, esaurito le speranze.

Ognuno vede e sperimenta le diverse forme della precarietà, l’arroganza delle burocrazie, l’usura legalizzata, le tante angherie fiscali, la disintegrazione dei diritti di cittadinanza e del diritto alla salute. Le istituzioni che si muovevano sul terreno della rappresentanza dei diritti sono ormai annientate o ininfluenti, quando non sono completamente asservite alle politiche dello Stato e dei gruppi economici che lo indirizzano e controllano.

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