di ANGELO VALENTINO – Lo sapete che dal 2012 ad oggi le infrazioni europee, ci sono costate una fortuna? Almeno 550 milioni di euro. Ma c’è dell’altro, perché con l’arrivo del governo Contele procedure d’infrazione contro l’Italia sono aumentate. Tanto, pensa il governo, noi l’Europa non la vogliamo. Peccato che a pagare siano “prima gli italiani”, i politici hanno comunque il posto al caldo garantito.
Come sapete, le infrazioni sono il meccanismo con cui la commissione europea interveniene in situazioni in cui gli stati membri non rispettano il diritto Ue. Viene così avviato un percorso, che può portare persino ad una sentenza della corte di giustizia europea in cui viene inflitta al paese in questione una sanzione pecuniaria.
Sbagli? Paghi. L’ultimo Focus Europa realizzato da Agi e Openpolis ha registrato che nell’ultimo periodo, per la prima volta dal 2013, i numeri delle infrazioni a carico dell’Italia sono tornato a salire. All’inizio del suo governo l’esecutivo Conte ereditava 59 procedure dagli esecutivi precedenti, dato basso considerando gli standard del nostro paese. “Da quando si è insediato però i numeri sono tornati a salire, giungendo ai 73 casi di fine febbraio. Con le dimissioni di Savona la delega per le politiche europee è passata ad interim al primo ministro Giuseppe Conte, elemento certamente non positivo. Vista l’importanza della materia, e il peso che ha sulle casse dello stato, sarebbe importante designare a breve un nuovo ministro per le politiche europee”. Ma tanto, l’Europa è solo inutile, per il governo…
Proprio nel 2017 l’Italia è stato il paese verso cui sono state depositate più denunce, ben 533, circa il 14% del totale. Dietro al nostro paese troviamo la Spagna (437 denunce) e poi la Francia (383).