di Elsa Farinelli – Lo aveva denunciato già il 21 maggio scorso la Reuters in una inchiesta sulla sanità lombarda.
Ecco il passaggio chiave del servizio.
“Per l’assistenza domiciliare e le cure palliative la Regione Lombardia mette a budget 160 milioni di euro su una spesa sanitaria annuale di 18 miliardi. Ogni anno succede che a ottobre molti enti esauriscono gia’ il loro budget”, dice Massimo Sparpaglione, presidente di Assedo, associazione che raggruppa società e cooperative del settore.
“Cosa dovremmo fare? Per esempio lasciarle morire senza palliazione?”.
Il presidente di Assedo dice di aver scritto alle autorita’ locali ricordando che il Decreto Rilancio stabilisce che le Regioni debbano aumentare le risorse per la sanità territoriale, e che anche la risoluzione dello stesso Consiglio Regionale Lombardo il 21 aprile impegna il presidente ad aumentare i fondi all’assistenza domiciliare.
“Non più tardi della settimana scorsa il funzionario regionale dell’Unità Territoriale mi ha risposto ‘Vedremo, per ora vi garantiamo il budget precedente’”, dice Sparpaglione.
“Il Prefetto di Milano non mi ha ancora risposto”.
La Prefettura di Milano, contattata da Reuters, attraverso una sua portavoce fa sapere di aver iniziato un confronto con la Regione “per vedere che problemi ci sono”.
Ed ora è l’Agi, cinque giorni dopo, a rilanciare.
Si legge: “La Regione Lombardia non fa i tamponi agli infermieri che assistono a domicilio i malati di coronavirus con ossigenoterapia e altre cure ritenute cruciali dalla comunità scientifica per evitare che gli ospedali esplodano. E non rimborsa i soldi investiti dalle cooperative e dalle imprese, a cui ha affidato da anni questi servizi, per fornire i dispositivi di protezione agli operatori sanitari accolti nelle case come un sollievo.
La denuncia è di Massimo Sparpaglione, presidente dell’associazione ASSEDO che le raggruppa e che paventa l’ipotesi del fallimento per questi enti chiamati ad affrontare spese ben oltre le loro possibilità”.
Ma qualcuno lassù continua a ripetere: non ho sbagliato nulla.
Photo by Daniele D’Andreti