NAPOLI – Ettore Beggiato, autore dell’agile volumetto “1866:la grande truffa. Il plebiscito di annessione del veneto all’Italia” che tante polemiche ha suscitato a cavallo del centocinquantesimo anniversario dell’annessione del Veneto all’Italia.
Beggiato, cosa rimane delle polemiche che hanno accompagnato l’uscita del suo libro sull’annessione del Veneto all’Italia ?
Penso che lo stato italiano dovrebbe chiedere scusa ai veneti per come sono stati trattati 150 anni fa. La questione è molto semplice e la riassumo velocemente. Alla fine della cosiddetta terza guerra d’indipendenza (ottobre 1866) che ha visto la vittoria dell’alleanza italo-prussiana sull’Austria, Vienna si rifiuta di considerare il Regno d’Italia come un vincitore, viste le vittorie ottenute dall’Austria sia per terra che per mare (Custoza e Lissa) sull’esercito e sulla marina tricolore. Proprio per questo “passa” il Veneto ( il Friuli e il mantovano) alla Francia affinché lo giri all’Italia ma solo “sotto riserva del consenso delle popolazioni debitamente consultate” come sta scritto testualmente sul trattato di pace firmato a Vienna il 3 ottobre 1866 da Austria e Italia. Succede invece che due giorni prima del plebiscito convocato per il 21 e 22 ottobre 1866, e precisamente venerdì 19 ottobre, il Veneto venga passato dalla Francia all’Italia in una stanza dell’Hotel d’Europa lungo il Canal Grande a Venezia. Il governo italiano ha addirittura la strafottenza di scrivere il tutto sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia di venerdì 19 ottobre 1866, facilmente recuperabile attraverso internet. I veneti vanno a votare il 21 e 22 ottobre quando tutto è già stato deciso, fra brogli, intimidazioni, repressioni inimmaginabili e che dovrebbero essere conosciuti molto bene anche nel Regno delle Due Sicilie.
Non furono liberatori, come dice il Risorgimento?
“Liberatori” sabaudi…fame, miseria e disperazione come mai nella nostra storia che costrinsero i Veneti a un’emigrazione biblica, soprattutto verso il Brasile. E la disperazione della nostra gente viene riassunta mirabilmente in una poesia di Berto Barbarani che fa esclamare ai suoi contadini “Porca Italia, i bastiema, andemo via!” E “Porca Italia” continuano ad esclamare i veneti nuovamente costretti ad emigrare da uno stato, quello italiano, lontano, estraneo ed ostile.
Una “strana” convergenza quindi con le ragioni del Sud?
“Strana” per chi non conosce le storie delle nostre Terre, dei nostri popoli, “strana” per chi difende strenuamente il risorgimento dimenticando i massacri e le devastazioni che il Regio Esercito Italiano provocò nell’Italia meridionale e la miseria e l’emigrazione che il Regno d’Italia portò nel nostro Veneto, strana per chi si ostina a non vedere che l’attuale devastante situazione politica è figlia diretta di un sistema centralista e colonialista che ci è stato imposto un secolo e mezzo fa , strana per chi non si rende conto che la forbice nord-sud continua ad aumentare proprio grazie a 150 anni di politica centralista, e di falsa solidarietà che continua a far prosperare gli amici degli amici a scapito di chi ne ha veramente bisogno .”
Mario Gallo
Tratto dal quotidiano “IL ROMA” – Napoli 8 dicembre 2016