di SERGIO BIANCHINI – Indipendentismo, Nazionalismo, Mondialismo. Ci sono due tipi di nazionalismo che non vanno assolutamente confusi. Uno offensivo, tendente alla creazione di un impero, cioè di un dominio su un’area molto più vasta della nazione stessa con lo scopo di acquisire vantaggi economici. L’altro difensivo, che resiste all’oppressione che altri paesi esercitano su di sè. La storia da continui esempi di queste vicende offensive e difensive.
Nel lessico della terza internazionale, dove il dibattito sul rapporto tra nazionalismo e mondialismo fu molto ricco , il nazionalismo difensivo fu legittimato sommamente e addirittura divenne la base della strategia antinglese e antiamericana con la creazione nei paesi sottomessi dei FRONTI di LIBERAZIONE NAZIONALE. Supportando le istanze indipendentiste, fortissime nel mondo, il comunismo Russo riuscì ad acquisire un’enorme potenza e dopo il forzato ritiro americano dal Vietnam penetrò profondamente in tutto il continente africano. Ma proprio giunto al massimo della potenza si afflosciò per mille ragioni che oggi tutti dichiarano ma che nessuno o quasi aveva previsto. Certamente l’espansionismo eccessivo fu una delle cause.
L’indipendentismo è quindi una forza vitalissima e potentissima che spinge alla nascita di nuovi stati indipendenti, di nuove nazioni. Gli stati indipendenti aderenti all’ONU, che erano 51 nel 1945 all’atto della fondazione, divennero 117 nel 1965, 159 nel 1984, 189 nel 2000 e 193 nel 2011. Attualmente gli stati del mondo sono 206, di cui 196 riconosciuti sovrani considerando solo gli stati indipendenti e non quelli membri di federazioni. La forma nazione si espande senza sosta. Anche le convulsioni del mondo islamico hanno caratteristiche nazionalistiche, sono il modo sanguinoso e fatale attraverso il quale aree storiche sottosviluppate stanno cercando di pervenire allo stato nazionale moderno.
Stato nazionale moderno: una struttura permanente, massiccia, che consente alla classe dirigente un controllo grandioso sulla vita della società e che impegna personale e risorse che vanno dal 25 al 50 % della intera ricchezza di una comunità sociale moderna. L’Iran ha inventato la repubblica islamica e l’ISIS di definisce Stato Islamico dell’Iraq e della Siria.
Ma anche nel mondo sviluppato le spinte indipendentiste che spingono alla creazione di nuovi stati-nazione sono molto forti. Gli esempi più recenti sono la disgregazione della Iugoslavia, della Cecoslovacchia, le tensioni indipendentiste in Spagna, Belgio, Italia, regno unito ecc. Quindi il nazionalismo difensivo non è una forma arretrata dello sviluppo ma è ancora una forma vitalissima e produttrice di maturità storica. Il nazionalismo offensivo invece è quello che tende a dominare ed in Europa abbiamo avuto grandiosi esempi con gli imperi Britannico, Francese, Tedesco, Italiano e con le loro controversie sanguinose di cui le due guerre mondiali furono il risultato. Guerre quindi figlie non del nazionalismo ma dell’imperialismo.
In teoria l’ONU , organizzazione delle nazioni unite, avrebbe dovuto aprire un’epoca nuova , a conclusione delle prepotenze mondiali e di collaborazione pacifica universale. La fine del bipolarismo USA URSS invece ha portato ad una crescita esponenziale della prepotenza USA nel mondo e la crescente tendenza USA ad esercitare il monopolio del comando politico ed economico mondiale. L’ONU è praticamente scomparsa, e ormai è l’esercito americano, forte di più di un milione di uomini grandiosamente armati, a gestire la politica mondiale. E l’Italia? L’Italia si è rivelata il più fedele alleato della nuova politica monarchica USA. L’Italia, in fallimento economico, ha forze armate in tutto il mondo. Contende, con l’appoggio USA, il dominio africano alla Francia e le recenti vicende in Libia mostrano chiaramente le linee di forza dello scontro che riguarda sia la costa nord africana che l’interno, il Sahel e l’Africa sub sahariana con la Nigeria in primis. La copertura mediatica, le organizzazioni “non governative” e la retorica democratica e umanitaria sono la novità dell’impero moderno. E purtroppo su un aspetto di questo neoimperialismo converge il vertice della chiesa Cattolica Romana che proviene da un impero, ha forgiato e sostenuto un impero sacro in Europa e mantiene la tendenza all’egemonia mondiale.
Ma l’egemonismo cattolico è di natura spirituale e la chiesa non ha armate. L’impero americano sostenuto dall’Italia sì. L’ “impero umanistico” si trova però in crescenti difficoltà e forse sarebbe meglio per tutti se cessasse qualunque volontà di monopolio del domino mondiale e prevalesse un ragionevole multilateralismo, con Cina, Russsia , India , Europa, ed altre grandi formazioni partecipi del dialogo pacifico nel nuovo mondo. Per l’Italia sarebbe utile la cessazione immediata delle ridicole velleità imperiali coperte dalla retorica sognante della salvezza del mondo. Un paese come il nostro dovrebbe concentrarsi su se stesso, sul suo fallimento economico e sulle sue divisioni interne che potrebbero essere risolte con l’accettazione delle tre Italie.
E con una modesta e tranquilla partecipazione alle dinamiche europee che, private delle tensioni e delle rivalità imperiali sempre mascherate dall’ umanesimo, sarebbero certamente positive. Allora lo scontro con l’Europa dell’est, Ungheria, Austria, Serbia, Polonia, Slovacchia, e del nord, non avrebbe più ragione di essere e i trattati potrebbero davvero porsi l’orizzonte del cittadino europeo, un cittadino che dialoga e collabora col mondo e non che fa finta di salvare il mondo. L’impero invece non vuole questo, non vuole il cittadino europeo, vuole “il cittadino del mondo” e proprio questa formulazione, con tutte le conseguenze di prepotenza e irresponsabilità che vediamo, chiarisce la persistente e drammatica tendenza USA al monopolio del potere mondiale.