In Italia 50 milioni di animali allevati in gabbia. Vi sembra civile?

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di ANGELO VALENTINO – Sono cifre che fanno paura e che impongono alla coscienza di reagire. Una delle ragioni della fortuna della cucina vegana è l’altro lato dell’essere onnivori. Ovvero avere il coraggio di guardare le condizioni brutali in cui vengono condotti gli allevamenti di massa per sfamare, o meglio, assecondare la fame carnivora del pianeta.

A dare voce alla necessità di garantire un minimo di rispetto e benessere laddove ci si gira dall’altra parte,  è nata ‘End the cage age’, portata avanti dai cittadini europei per mettere fine all’uso delle gabbie negli allevamenti dell’Ue. Si tratta, spiegano le 19 associazioni italiane coinvolte (sono 130 in tutta Europa), della “più grande coalizione mai riunitasi per un’iniziativa europea dei cittadini”.

La campagna di sensibilizzazione ha ufficialmente preso il via con una mostra sul tema allestita alla Camera dei deputati, accanto ad una petizione diretta alla Commissione Europea e che ha raccolto oltre 100mila firme in Europa.

Giusto perché lo sappiate, in Italia il 62% delle galline è allevato in gabbia e ben il 94% dei conigli. Tutti  trascorrono gran parte o tutta la loro vita senza poter esprimere i comportamenti che sono per loro naturali: le galline non possono stendere le ali, i conigli non possono stare sulle zampe posteriori o stendersi lateralmente, le quaglie non possono volare, le scrofe grufolare e preparare il nido per i loro piccoli. La mostra, organizzata nel complesso di Vicolo Valdina presso la Camera dei Deputati, restera’ aperta al pubblico fino alle 14 del 19 ottobre (dalle 10 alle 18, il 17 e 18 ottobre con ultimo ingresso alle 17,30 e dalle 10 alle 14 il 19 ottobre con ultimo ingresso alle 13,30).
Ci uniamo a chi chiede che la Commissione Europea metta al bando la crudeltà delle gabbie riservata agli animali d’allevamento, anch’essi esseri senzienti, così come stabilisce l’ex art. 13 del Trattato di Lisbona, che l’Italia ha recepito.
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