di ANGELO VALENTINO – Altro che rientro volontario dei capitali, altro che scudo fiscale… C’è paura di prelievi notturni nei conti correnti, di blocco dei bancomat e l’aria di crisi greca spinge chi ha qualche soldo da parte a rivarcare il confine svizzero.
“Il popolo degli italiani che, da qualche settimana, sembra essersi affacciato alle filiali delle banche di Lugano non ha paura del fisco. È in cerca semmai di un porto sicuro dove proteggere i suoi risparmi da rischi sistemici che potrebbero interessare l’Italia. Man mano che lo spread sale, si allunga la coda agli sportelli svizzeri. In Banca del Sempione, filiale di via Peri, confermano: «Dopo un periodo di stasi, l’afflusso di coloro che chiedono informazioni per aprire un conto in Ticino è decisamente aumentato. Richiedono lumi sui costi e sulle opzioni di investimento disponibili, sugli asset, ma nessuno lo fa domandando di aprire conti riservati. Probabilmente perché già sa che riceverebbe un diniego».
Lo scriveva giorni fa IlSole24Ore a firma di Stefano Elli. Perché scegliere la Svizzera? “Marco Silvani, banchiere di lungo corso (ha un passato in Banca Intesa) ora amministratore di Lemanik a Lugano, spiega: «Può fare l’una e l’altra cosa. Il menù degli strumenti offerti dai gestori svizzeri è più aperto verso l’esterno e meno concentrato sui prodotti “captive” rispetto a quelli italiani. Se è vero che l’italiano medio ha timori legati alla ridenominazione dell’euro, poi, gli strumenti di diversificazione valutaria cui si può ricorrere sono praticamente infiniti: dalle Sicav lussemburghesi a qualunque strumento denominato in dollari, franchi o yen…». Il più profano dei profani legge che può investire in qualunque valuta. Paura che l’Italia sia spinta fuori dall’euro? E aggiunge l’inchiesta con il parere di Alessandro Falconi, fondatore di Af Consulting: «La tendenza è oramai assodata e le domande di espatrio sono sempre di più. Una delle opzioni più gettonate è quella di affidare il proprio patrimonio a Sicav di diritto lussemburghese, o alle ultime nate: le Sicav di diritto maltese che dalla loro hanno una maggiore convenienza in termini di costi. C’è poi chi sta diversificando verso titoli in dollari, per un motivo legato ai rendimenti effettivi rispetto ai bund». Insomma, se l’Italia sprofonda, meglio spostare gli investimenti in titoli che non rischino di diventare carta straccia.
Luigi Macioce, avvocato tributarista internazionale dello studio R&P Legal ironizza: «Da qualche tempo mi divido in una sorta di schizofrenia fiscale: da una parte le norme che incentivano le imprese internazionali a investire in Italia per la forfetizzazione delle imposte, dall’altra parte i patrimoni italiani che cercano sicurezza altrove. Un flusso di capitali che, curiosamente, marcia l’uno incontro all’altro».
Più che fiscale, la schizofrenia è politica.