In azione sin dall’inizio del conflitto, LAV racconta le prime tre settimane sul campo per aiutare gli animali vittime della guerra in Ucraina e fornire assistenza alle persone e famiglie con animali in arrivo in Italia. Finora l’associazione animalista ha portato in salvo 45 cani che si trovavano all’interno di canili ucraini o abbandonati al confine. “Ci siamo subito mobilitati, inizialmente facendo rete con i rifugi, le ASSOCIAZIONI ANIMALISTE Ucraine e quelle internazionali, attive ai confini, oltre che con le comunità ucraine in Italia, per raccogliere informazioni, censire i bisogni ed intervenire con le nostre Sedi locali e la nostra Unità di Emergenza – racconta Beatrice Rezzaghi, responsabile dell’Unità LAV che si occupa di intervenire con mezzi e persone nelle aree colpite da calamità – non ci aspettavamo un’escalation di questo tipo, né di poter riuscire in quella che ora, a poche ore dal rientro in Italia, ci sembra una missione davvero impossibile. Eppure, ce l’abbiamo fatta”. Dopo aver messo in moto la macchina degli aiuti, grazie alle proprie sedi locali e a uno speciale fondo di emergenza di 50.000 euro immediatamente stanziato per l’Ucraina, e aver portato in salvo 9 cani, recuperati al confine ungherese e trasportati fino a Verona, per l’associazione si è aperta una nuova sfida. “Abbiamo ricevuto una seconda richiesta di aiuto, da parte di una volontaria ucraina, per 36 cani rimasti bloccati in un canile a Cherkasy, località a sud di Kiev. Gli animali non avevano più cibo e rischiavano di morire di stenti o, peggio, a causa degli sviluppi della guerra – racconta Beatrice e spiega – ci aspettavamo di poter recuperare i cani alla frontiera, come fatto in precedenza, ma così non è stato e ci siamo trovati catapultati in una missione davvero impegnativa, ben oltre le aspettative”. Una volta arrivata in Ungheria, infatti, l’Unità di Emergenza LAV ha dovuto confrontarsi con difficoltà burocratiche legate alla documentazione degli animali. Dopo essere entrati in territorio ucraino per confrontarsi con le autorità veterinarie locali, ed essere rimasti bloccati lì per oltre 16 ore, la soluzione arriva quando la squadra LAV si sposta in Slovacchia dove, con l’aiuto di un veterinario dell’associazione internazionale Four Paws, gli animali, trasferiti al confine slovacco, riescono finalmente ad essere presi in carico da LAV. 10 di loro sono arrivati in Italia, a Milano, dove hanno trovato una sistemazione presso LAV, presso degli stalli e presso il rifugio di Vitadacani, mentre i restanti 26 sono stati ospitati presso un canile sanitario slovacco, dove dovranno restare per 30 giorni di quarantena. LAV si sta occupando di monitorare le loro condizioni e tornerà al termine della quarantena per portarli in Italia.
“Sono stati tre giorni molto intensi, pieni di incertezze e colpi di scena. Abbiamo percorso oltre 4.000 chilometri, attraversato cinque Paesi e affrontato ostacoli burocratici che sembravano insormontabili – commenta Beatrice -. l’unica certezza, che abbiamo avuto fin dall’inizio, e che non avremmo lasciato lì quei cani. Non avremmo potuto”. In campo anche l’Oipa International (Organizzazione internazionale protezione animali). “Devolviamo il denaro che viene convertito in cibo, medicinali e articoli necessari animali direttamente alle ASSOCIAZIONI leghe-membro locali e quelle dei Paesi confinanti – spiega Valentina Bagnato, responsabile delle Relazioni internazionali dell’Oipa -. In Romania siamo attivi con Sava’s Safe Haven, di cui abbiamo già dato aggiornamento la scorsa settimana, e Casa Lui Patrocle. In Polonia al momento supportiamo Viva!Poland e l’associazione Odin”. I volontari di Sava’s Safe Haven sono sempre al confine e tutti i giorni accolgono i rifugiati che arrivano con i propri animali. Tra i tanti aiuti, quello a una donna con i 12 cani proveniente da Odessa e ora a Bucarest e il salvataggio di un cagnolino di quattro anni circa trovato al confine, nella città d’Isaccea. Fatto visitare da un veterinario, ora sta meglio ed è in cerca di adozione. L’unità mobile riscaldata che hanno acquistato anche grazie a Oipa International è per loro molto importante, poiché gli animali dell’Ucraina che stanno ospitando erano abituati a vivere in casa, al caldo e al sicuro e non randagi. Alcuni proprietari (spesso single) hanno chiesto di potere avere uno stallo fino alla fine della guerra, mentre altri hanno chiesto di poterli affidare solo per qualche giorno o settimana, finché non abbiano trovato una sistemazione per loro. Mentre i volontari di Sava’s Safe Haven sono presenti ai confini di Isaceea, a sud della Romania, un’altra lega membro dell’Oipa, Casa Lui Patrocle, con i suoi volontari fa lunghi turni giornalieri a nord della Romania per dare sostegno e assistenza alle famiglie dall’Ucraina che entrano da Vama Siret. L’associazione si trova a Suceava, a 40 chilometri di distanza del confine con l’Ucraina. I volontari accolgono quotidianamente i rifugiati con i loro animali fornendo tutto il necessario, dal cibo, ai trasportini (molti arrivano portando i propri animali in braccio o con trasportini di fortuna), cappottini, guinzagli, ciotole, oltre che offrire le prime cure veterinarie, comprese le vaccinazioni, e la compilazione dei passaporti direttamente in loco con il personale veterinario di supporto. “Teofana, una delle dolcissime volontarie con cui siamo in costante contatto, ci racconta che è sempre molto difficile entrare nel Paese: vi sono controlli continui da parte della polizia locale e non si può sostare per più di due ore – prosegue Bagnato -. Nell’ultima consegna sono state distribuite due tonnellate di cibo che serviranno in parte per il rifugio vicino Chernivtsi, in parte ad altri rifugi bisognosi a Kiev, Odessa e Kharkov”. Oipa International è attiva anche in Polonia, cooperando con le ASSOCIAZIONI Viva!Poland (che ha 20 punti accoglienza a Varsavia e ha bisogno sempre di trasportini, kennel, ciotole, lettiere, sabbietta, cibo e aiuti per cure veterinarie) e con l’associazione Odin che si occupa principalmente di trasporti di animali dall’Ucraina all’interno della Polonia con cui stiamo preparando le spedizioni che arriveranno ad ASSOCIAZIONI ucraine all’interno del Paese (Happy Paw, KSPA Lucky Strand, UA Animals).