Il vicolo cieco dei populismi. Bernardelli: al capolinea! Il Nord deve risorgere

di Roberto Bernardelli – Massimo Franco, editorialista del Corriere della Sera, ieri ha spiegato in modo onesto il quadro post elettorale, che condividiamo avendo già espresso su questo quotidiano il medesimo idem sentire, ovvero la corsa della Lega, in particolare, disarticolata e scomposta, nel cercare di recuperare visibilità e una bandiera da alzare per rendersi ancora appetibile all’elettorato dopo i fallimenti al Sud e la batosta al Nord.

Infatti Franco scrive che nella Lega «lo scontro è tra chi ritiene che smarcarsi dal premier sia un modo per recuperare consensi; e chi invece pensa che la sconfitta alle Amministrative nasca proprio da un sostegno all’esecutivo troppo intermittente. Tra i grillini i malumori sono simili, sebbene più obliqui».

In altre parole, è il fine corsa del populismo di destra e del populismo di sinistra. «I due populismi perdenti sembrano tentati di scaricare la propria instabilità su Palazzo Chigi. In realtà, riflettono in primo luogo la precarietà improvvisa dei loro leader. E, dal modo in cui il capo del Carroccio ieri ha ribadito di non pensare né a crisi di governo né a smarcamenti dalla maggioranza, diventa chiaro che le frustrazioni simmetriche di leghisti e grillini sono destinate a rimanere senza sbocco».

Draghi infatti tira diritto, anzi, raddoppia e propone due consigli dei ministri a settimana, non molla di un passo la riforma fiscale che ha in serbo e la Lega, che tace sulla questione settentrionale, che chiude la campagna elettorale a Reggio Calabria, che non sa più cosa sia il referendum del 22 ottobre e ha sotterrato il residuo fiscale, si attacca ad ogni pretesto per fare casino. Non è politica, è il vuoto pneumatico.

 

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