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Il sinistrismo e il destrismo ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Il Nordismo bisbigliante vive ancora in Veneto, per ora

norditalia

di SERGIO BIANCHINI –  Il sinistrismo e il destrismo ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Ha perfettamente ragione Bracalini nell’evidenziare una differenza qualitativa strutturale e permanente tra destrismo e sinistrismo. Il suo articolo del 28-1 è anche ben argomentato e documentato. Il problema è che questa distinzione e controversia tra ceti nobili e plebei c’è sempre stata e sempre ci sarà perchè fa parte della dinamica sociale e storica.

Basta guardare alla storia romana dove il senato, espressione delle famiglie patrizie dei grandi e storici proprietari fondiari, si scontra costantemente con la plebe, con i nuovi ricchi, gli equites, che cavalcano costantemente, a volte selvaggiamente, la spinta popolare verso il benessere. Questo conflitto dura anche in tutti i 5 secoli dell’impero d’occidente. Con la saggezza del poi è anche naturale comprendere che chi sta meglio apprezza di più la prudenza e la stabilità e chi sta peggio spinge costantemente e per l’uguaglianza, purchè verso l’alto.

Solo tenendo conto proprio di queste dinamiche può costituirsi una classe dirigente vera, capace di unire la grande maggioranza di un popolo e guidarlo e governarlo su una strada migliorativa e consensuale che valorizzi un territorio intero: oggi si chiama nazione o regione autonoma. Per il nord ancora non vediamo la nascita di questa indispensabile fusione di interessi in una classe politica nuova, moderna e consapevole. Confindustria è stabilmente schierata contro il nordismo, Berlusconi si è sempre proposto come il rianimatore dell’Italia intera e diceva di essere un napoletano nato a Milano. Gli Agnelli sono volati all’estero e d anche De Benedetti.

Un po’ di nordismo bisbigliante vive ancora in Veneto ma quanto durerà se non trova una strada praticabile?

Forse dietro le quinte del dibattito mediatico c’è un lavorio ma che per ora non emerge. Sono curioso di seguire l’evoluzione dei 5 stelle a Torino proprio per vedere se compare una consapevolezza nuova. Certamente i vecchi seriosi tromboni dell’alta cultura nordica che si sono rifugiati nel mondialismo non hanno più presa sull’opinione pubblica.

Vedremo.

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