Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviataci dai Giovani di Grande Nord, i Guerrieri del Nord. Alla vicenda narrata vorrei però anticipare un doveroso commento preliminare. Il caso di cui si tratta è la polemica attorno alla scritta che inneggia il pane e ne difende il lavoro per produrlo a firma di Mussolini, esposta in un panificio bergamasco. La lettera spiega la posizione del giovane Giorgio Teani di Grande Nord a sostegno dei panificatori sotto accusa. Che dice Teani? Io difendo il lavoro delle piccole botteghe, condivido il senso della frase, non chi ha firmato una delle frasi più note del regime. Può bastare? Vediamo.
Mi viene subito da dire che la lettura dei fatti mostra come nei giovani non esista la percezione che noi abbiamo, qualche generazione più in là, di destra e sinistra. E che parole come comunismo e fascismo appaiano per loro solo come elementi da museo, una storia lontanissima, che la scuola relega alle ultime settimane prima della maturità.
Non serve dire, a scanso di facili equivoci e ingenui entusiasmi giovanili, che non valutano l’impatto di alcune prese di posizione sull’opinione pubblica un po’ più smaliziata, che Grande Nord non inneggia al fascismo. Il fascismo è centralismo, nazionalismo. La confederazione di Grande Nord è per le macroregioni di Miglio. E’ la differenza che passa tra il giorno e la notte. Nella notte della dittatura, infatti, occorre ricordarlo ai giovani ma anche ai meno giovani, Mussolini non sfamò il suo popolo, lo affamò. Mio padre, il pane lo vide solo quando arrivarono gli americani. Suo padre andò nelle colonie africane dell’impero a fare il falegname per mandare a casa due lire per sfamare la sua famiglia. Altro che “poema del sacrificio”, il pane mussoliniano. Poema dell’esodo, della miseria.
Occorre non perdere di vista la memoria. Certo, le frasi della propaganda fascista erano così ad effetto che ancora oggi riecheggiano e svettano sopra le banalità delle frasi dei politici, tanto da apparire quasi riparatorie e consolatorie nel vuoto che circonda la società, che vive senza una storia propria ma solo spesso dentro i social.
Persino l’architettura del Ventennio è migliore rispetto a certe scelte urbanistiche moderne.
Palinsesti televisivi ancora oggi propongono programmi che contengono frasi come Italia terra di santi e di eroi… E siamo sul digitale terrestre, piattaforma Sky. Poco importa se quell’inciso fu urlato in piazza Venezia nel 1935 nell’annunciare la guerra con l’Etiopia. E a nessuno è venuto in mente di demolire il palazzo dell’Eur che riporta la frase per intero: «Un popolo di poeti di artisti di eroi / di santi di pensatori di scienziati / di navigatori di trasmigratori».
Al pane del Ventennio io comunque personalmente preferisco un altro tipo di pane. Quello dell’assalto al forno delle grucce raccontato dal Manzoni nei Promessi sposi. Renzo assiste all’assalto del popolo affamato dall’occupazione spagnola, poi si trova costretto alla fuga. Lo preferisco perché alla vista dell’Adda comprende di essere libero. Passa da un territorio occupato da un dominatore alla Serenissima Repubblica.
“…Onde, chiamato il pescatore,… disse:
– è Bergamo, quel paese?
– La città di Bergamo, – rispose il pescatore.
– E quella riva lì, è bergamasca?
– Terra di san Marco.
– Viva san Marco! – esclamò Renzo…
(stefania piazzo, direttore lindipendenzanuova.com)
Notizia di un paio di settimane fa che un panificio nella bassa Bergamasca abbia esposto una targa in vetrina con una frase “Rispetta il pane, sudore della fronte, orgoglio del lavoro, poema di sacrificio” firmata Mussolini. Da qui la notizia corre veloce tanto da arrivare su Repubblica e le immediate risposte di sostegno da parte di persone e anche alcuni politici ai proprietari del panificio. In primis fra tutti Giorgio Teani politico di Grande Nord che già durante la sua campagna elettorale dello scorso 4 marzo era stato al forno in questione durante la sua iniziativa di sostenere le piccole attività. Teani commenta così “…i proprietari hanno cercato di giustificarsi dicendo che non è chi l’ha scritta ma il contenuto che importa, ma non sono stati ascoltati…” conclude poi dicendo “… È giunto il momento di smetterla di attaccare chi lavora sodo, io sono con i proprietari e li sostengo”.
Dopo qualche giorno pure l’onorevole Ignazio La Russa si è recato a comprare il pane in questo panificio per dimostrare sostegno e solidarietà ai proprietari.
I Guerrieri del Nord