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Il nuovo Parlamento. Senza la stampella delle opposizioni nessuna riforma costituzionale

Riflettiamo sulla reale forza della nuova maggioranza di governo. La fondazione Openpolis mostra qualche numero non solo per fotografare la legislatura appena partita ma per “pesare” il ruolo che possono avere in aula le “opposizioni”, in particolare il Terzo Polo.

Davvero il governo Meloni con Lega Salvini Premier e Forza Italia è autonomo in tutto e per tutto? E davvero è stato eletto un parlamento di persone giovani? Ecco quanto scrive Openpolis. Un vademecum per già prefigurare le montagne russe. 

“I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale.

Sono 600 i parlamentari elettivi nelle nuove camere. La XIX legislatura non rappresenta un inedito solo per il numero di deputati (ridotti a 400) e senatori (200, oltre quelli a vita), o per il corpo elettorale che l’ha espressa (per la prima volta il senato è stato eletto anche dai giovani con meno di 25 anni di età). Anche in termini politici si distingue da quelle immediatamente precedenti: per la prima volta dal 2008 infatti una delle coalizioni pre-elettorali ha conseguito la maggioranza assoluta in entrambe le camere. Camere in formato ridotto, con nuovi equilibri tutti da trovare.

Il 56% i seggi del centro-destra al senato. Una maggioranza solida, come dimostrano i recenti voti di fiducia. La cui tenuta, tuttavia, sarà messa alla prova dai numeri ridotti del nuovo parlamento. In termini assoluti infatti al senato il centro-destra dispone di 116 seggi su 206. Oltre al ruolo del presidente d’aula, che per prassi non vota, la presenza di 9 senatori in consiglio dei ministri e di 10 tra sottosegretari e viceministri può ridurre il margine effettivo di vantaggio. Questi difficilmente potranno garantire una partecipazione assidua ai lavori delle camere, rendendo più complicata la navigazione quotidiana.

Due su tre i componenti delle camere che devono approvare una riforma costituzionale affinché questa possa evitare il referendum popolare. Con 353 seggi su 606 totali (351 se si escludono i presidenti delle camere), al centro-destra mancano circa 50 parlamentari per la soglia dei due terzi. Per modificare la costituzione perciò sarà necessario o un accordo con almeno una parte delle opposizioni oppure un’approvazione del solo centro-destra, su cui però potrà essere richiesto un referendum popolare (da un quinto dei membri di una camera, da 500mila elettori o da 5 consigli regionali).

Il 33% dei parlamentari in carica sono donne. Considerando il dato delle due aule distinte, alla camera ci sono 129 donne sul totale di 400 posti disponibili e al senato sono 71 su 206. Per la prima volta dalla XIII legislatura (1996-2001) la rappresentanza femminile è in calo. In entrambe le aule, i due gruppi parlamentari con la maggiore percentuale di elette sono M5s (50% al senato e 44,23% alla camera) e Azione-Iv (55,56% al senato, 42,86% alla camera).

51,2 anni l’età media dei parlamentari eletti nella XIX legislatura. Pur con delle oscillazioni, negli anni scorsi l’età media sia dei deputati che dei senatori era andata progressivamente calando. Con la XIX legislatura si è però verificata un’inversione di tendenza, e l’età media è risalita rispettivamente a 49 e 56 anni. Se osserviamo i singoli gruppi parlamentari, quello con l’età media più alta è Forza Italia sia al senato che alla camera. Quelli con l’età più bassa sono, al senato, Azione – Italia viva (48,4 anni), seguito da Lega (51,1) e Movimento 5 stelle (52,9). Alla camera cambia l’ordine ma sono gli stessi: M5s (45,7), Lega (47 anni) e Azione – Iv (48,9)”.
(fonte fondazione openpolis.it)

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