di ROBERTO BERNARDELLI – C’è un problema di coerenza e di trasparenza e di capacità evolutiva della classe politica che ha avuto in mano il Nord e che si traduce nel vuoto di consenso e nel buco di rappresentanza che oggi prova ad attaccarsi a quel poco di polpa che resta: la battaglia per l’immigrazione, la lotta all’invasione straniera. E’ rimasta la sola frontiera utile. Le altre sono un castello di sabbia. E c’è chi si chiede che differenza passi tra chi sventola questa bandiera e altre forze meno compromesse col sistema, che non hanno mai avuto un parlamentare, sul fronte della lotta all’immigrazione clandestina, come ad esempio l’estrema destra italiana. Che differenza passa tra chi è dentro al sistema, funzionale ormai al sistema e lo vuole pure contrastare e chi sta fuori dal sistema e lo vuole altrettanto contrastare?
Il Nord rischia una Masada, l’autodistruzione per non darsi in mano ai nemici romani che preparano l’ultimo assedio. Ma è un sacrificio che riguarda noi, la gente. Non i politici del Nord, che si sono già salvati con gli assedianti romani, avendo spartito con loro tutto quello che si poteva. Erano nati per fare la rivoluzione, si sono aggrappati all’ultimo scoglio possibile. Meglio azzerare tutto, ripartire.