Le contraddizioni del governo defunto mesi fa si confondono con quello entrante. Non è stato innescato alcun cambiamento. La flat tax, le accise, le pensioni… La rabbia del populismo si è schiantata contro il muro delle promesse vane. E’ finita la corsa del treno che voleva arrivare a destinazione portando indietro le lancette della storia. I nazionalismi sono un rigurgito del passato, innescano odio e seminano paura.
I popoli padani hanno un altro orizzonte. Per cominciare, quello della liberazione fiscale, dato che non sappiamo quale destino avranno nei secoli a venire i 56 miliardi di residuo fiscale finiti nelle cantine di Trastevere.
Le pensioni? Al Nord sono da sempre in attivo, non serviva quota 100 né serve la Fornero. Le tasse qui si pagano, e anche avanzano (quei 56 miliardi, appunto). La lotta all’evasione fiscale sappiamo dove va fatta. Il reddito di cittadinanza qui non ha attecchito. La gente vuole lavorare, non essere assistita e fare due lavori, in nero.
Il Nord non è la Calabria del senatore Salvini.