Agli statali viene conservato l’articolo 18. Ma ci sono dipendenti pubblici capaci ed altri non troppo fedeli… E allora rileggiamoci un evergreen.. in materia – di GIULIO ARRIGHINI – Se lo dicono gli indipendentisti, i federalisti, i cittadini del Nord, che il Sud ha ricevuto beneficenza dal Settentrione senza ricavarne nulla, anzi, è stata alimentata la corruzione, e se lo dicono gli autonomisti che la politica culturale ha la puzza sotto al naso quando si tratta di difendere chi fa impresa, è naturalmente razzismo da osteria, padanismo da due lire, bassoleghismo, egoismo, populismo, provincialismo. Un isterimo di -ismi che non finisce più.
Poi, ti capita di leggere il pensiero dell’economista Deirdre McCloskey, autrice di una storia della classe media, e che afferma: “Troppi uomini di cultura disprezzano chi produce ricchezza. Che errore”. Ma ancora più intrigante quando dichiara, come ha fatto in una recente intervista a “Il Giornale”, che “il risultato della beneficenza, così come dei soldi trasferiti dal Nord al Sud dell’Italia, sono solo corruzione e un eccesso di impiegati statali”.
Ha detto tutto, la McCloskey. Ha anche aggiunto nei suoi libri, che tre sono le virtù dell’era generata dalla buona borghesia: virtù, dignità, uguaglianza. E’ vero, negli ultimi due secoli ha funzionato così. Ma in Italia? Hanno sfruttato il capitale, non le buone idee. Hanno fatto un patto scellerato con il potere, con lo stato, contrabbandando l’intraprendenza con la dipendenza e la servitù politica.
La borghesia anziché fare da propulsore, ha fatto da negoziatore con lo Stato e la sua burocrazia. Ha accolto Napoleone per la seconda volta.
Guardate cosa ha affermato Confindustria circa il referendum sulle riforme di ottobre. Se non passerà, sarà recessione. Ovvero, se non passerà la legge che massacra le autonomie locali, che trasferisce a una ristretta cerchia di “senatori”, sindaci e altri già nominati, le competenze di negoziazione con l’Europa (che c’azzecca?) se tutto questo non sarà legge, allora sarà la fine.
Di chi? Dei cittadini, sicuro. Non della borghesia che abbiamo imparato a conoscere, quella che vota Sala e non Parisi, a Milano. Che si porta in casa gli amici dei Fratelli musulmani, a Palazzo Marino. Che ha una visione dell’economia che va a braccetto con chi elogia l’euro e Bruxelles.
La borghesia illuminata, elogiata invece dalla McCloskey, forse in Lombardia è in grande minoranza. Non sta nelle grazie dei non eletti come Renzi, paga più tasse che tutti gli artigiani e piccoli imprenditori d’Europa, e chiude spesso perché lo Stato continua a pretendere la presunzione di reddito chiedendo in anticipo le tasse non dovute.
E’ quella che crede ancora in una nuova cassa del Mezzogiorno. In tutto il mondo la pensano al contrario. Ma se a casa nostra diciamo che non vogliamo essere schiavi di questa prigionia intellettuale borghese da salotto della solita sinistra arricchita, passiamo per primitivi della politica. Ce ne faremo una ragione.
In Gran Bretagna il popolo ha deciso che fare della propria vita. Perché in Italia la borghesia illuminata non ha il coraggio di dire se noi popolino abbiamo ancora diritto al suffragio universale o se invece il futuro è una questione di censo e di intrallazzo?
Segretario Indipendenza Lombarda