Il mugugno, architrave del potere

Nella foto: riproduzioni di galee e testimonianze scritte incise sulle pareti di altre celle dei Pozzi. ANSA/ANDREA MEROLA

di MARCELLO RICCI – Me ne ha date, ma quante gliene ho dette! In un paese in cui come funghi emergono furti, scandali, ruberie, privilegi di ogni tipo e genere spesso coperti dal manto pietoso o meglio vergognoso dei diritti acquisiti, a volte decisi da Cicero pro domo sua, come le faraoniche pensioni (senza adeguati contributi versati) e gli stipendi sesquipedali di manager, direttori e squaletti, che producono gigantesche perdite, non può bastare il mugugno per bollare d’infamia il gigantesco sperpero di pubblico denaro di cui il MPS è solo un mattoncino di una enorme piramide.

Enti inutili, enti decotti, istituzioni superflue, dipendenti pubblici che per oltre la metà hanno il solo compito di riscuotere lo stipendio, di cui emblematico esempio sono i forestali ( ora carabinieri) della Calabria ove gli incendi sono stati sempre in progressione; ora mutata la divisa lo saranno pure gli altri reati? Questo è un paese trasparente, le malefatte non si nascondono, ma si pubblicizzano, si notificano si ufficializzano. Massima coerenza. Infatti il delicato e importante ministero della pubblica istruzione è stato affidato alla sig.ra Valeria Fedeli che avendo conseguito i titoli che ha, ne ha la competenza. Roma centro è tappezzata di manifesti con la foto (horribile visu, horribile dictu) e con i titoli di studio dell’inquilina di viale Trastevere.

L’aver sottolineato con tali manifesti lo stato delle cose, è stato definito da alcuni sodali della ministra un attacco meschino. Tutto in regola con il corso dei tempi, se si sottolineano le meschinità si diventa meschini! Per i nostri figli, per i nostri nipoti questo futuro? Certo il mugugno è consentito , ma tutto con esso si esaurisce. Purtroppo o fortunatamente (la scelta ai lettori) le proteste sempre più possenti, ma non potenti sono di volta in volta catturate e convogliate da movimenti politici che con le stesse sono cresciuti, avendole fatte proprie; le hanno così istituzionalizzate e depotenziate dei connotati rivoluzionari e insurrezionali. Un grande fiume in piena è pericoloso, ma se lo si divide in molteplici torrenti cessa di esserlo. Tutti i movimenti politici che hanno cavalcato la protesta hanno svolto questa funzione e solo la piazza può riappropriarsi della sua rivoluzione e attuarla nei modi propri.

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