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IL GOVERNO DEL POPOLO SALVA CARIGE MA TAGLIA I FONDI A DISABILI E ONLUS

sostegno_disabili

di ROBERTO PISANI – Il governo è intervenuto per salvare banca Carige. Bene. Vediamo anche il resto. In questi giorni alcuni dati hanno prepotentemente riportato alla ribalta il problema dei disabili, almeno per chi vuole prenderne atto. Proviamo ad analizzarne qualcuno. Secondo l’Istat solo il 34% delle scuole è attrezzato per accogliere i disabili, il 26% al di fuori dei confini padani. Comunque percentuale molto bassa anche in Padania col 40%. Gli investimenti stanziati nel 2018 per gli interventi di integrazione scolastica degli studenti con bisogni educativi speciali incluse le spese del personale (docenti di sostegno) sono stati 3,6 miliardi, evidentemente insufficienti vista la situazione, e il governo che fa? Li riduce portandoli a 3,4 miliardi per il 2019, 3 miliardi nel 2020 e 2,4 miliardi nel 20121. Questo significa tradotto in cifre oltre 40mila insegnanti specializzati in meno e milioni di ore di sostegno negate agli alunni disabili.
Bene, anzi male, malissimo.

Passiamo alle associazioni di volontariato che spesso e volentieri aiutano le famiglie facendo svolgere attività che favoriscono l’integrazione dei ragazzi meno fortunati.
Si sono trovate nella manovra il raddoppio della tassazione e per molte di queste significa semplicemente chiudere i battenti, lasciando sole le famiglie.
Già, le famiglie. Facciamo due conti: un invalido grave percepisce poco più di 500 euro d’indennità d’accompagnamento per 12 mesi l’anno, decisamente insufficienti per pagare una qualsiasi forma di assistenza. Inoltre ha diritto ad una pensione d’invalidità di meno di 300 euro mensili, che nel caso non gli venga riconosciuto il diritto all’accompagnatore, gli devono bastare per il sostentamento.
Di importo pari è l’indennità di frequenza che viene riconosciuta ai minori di 18 anni. E qui la chicca: l’indennità di frequenza non è compatibile con l’assegno di accompagnamento per cui o si percepisce l’uno o l’altro per 18 anni di vita del disabile.

E nessuno, naturalmente, si sogna minimamente di togliere questa palese ingiustizia.
Però, assieme al più famoso reddito di cittadinanza, si parla anche di pensione di cittadinanza. Vediamo quali sarebbero i requisiti per quanto riguarda gli invalidi civili: devono vivere soli (e non la vedo così facile per un invalido grave), non superare un reddito di 9360 euro, e non avere diritti di proprietà sugli immobili, quindi nel caso avessero ereditato la casetta dei genitori o dei nonni usata come prima abitazione, niente aumento.
Direi che il quadro è abbastanza completo, fermo restando che della legge del “dopo di noi” parleremo più avanti.
E poi i famigliari di questi splendidi bambini si sentono offendere dal leader politico che ha inventato il reddito di cittadinanza che dall’alto del suo pulpito, un palco dove svolge la sua professione di comico, cita gli autistici non per cercare una soluzione, bensì per denigrare certi opinionisti televisivi.
Ah già: i disabili se interdetti non votano mentre i lavoratori in nero a cui verrà regalato il reddito di cittadinanza si!

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