Il commissario Ue Breton: Senza il gas di Putin si torna al nucleare e al carbone. Situazione critica per Italia e Germania

Nel caso in cui dovessero interrompersi le forniture di gas dalla Russia, per compensare il fabbisogno energetico sara’ necessario rinviare la chiusura delle centrali nucleari e riattivare quelle a carbone. Thierry Breton ha lavorato a un piano di contingenza che, attraverso un’articolata serie di interventi, permetterebbe di sostituire completamente i 155 miliardi di metri cubi di metano che l’Ue importa da Mosca. Serviranno pero’ “misure estreme”, avverte in una intervista alla “Stampa” il commissario all’Industria e al Mercato interno, che svela i dettagli del piano proprio nel giorno in cui arriva in Italia per una visita dedicata alla trasformazione dell’industria automobilistica: oggi sara’ al Centro comune di ricerca di Ispra e poi a Torino per visitare lo stabilimento di Mirafiori in cui viene prodotta la 500 elettrica. L’Europa sta affrontando una delicata crisi energetica, per ora limitata ai prezzi, ma con il rischio che si trasformi in una crisi delle forniture. Secondo il commissario “e’ importante ricordare una cosa fondamentale: il mix energetico dipende esclusivamente dalle scelte degli Stati. Alcuni sono stati prudenti, hanno diversificato, garantendo la sicurezza degli approvvigionamenti, altri no”.

– “Io – continua – non sono qui per giudicare, ma per fare una constatazione. Guardiamo alla Germania: ha scelto di fermare le centrali nucleari, passando a un maggior utilizzo del gas e del carbone russi. L’Italia ha deciso di avere nel suo mix energetico il 40 per cento di gas, con il 40 per cento di questo che arriva dalla Russia. Ripeto: il mio non e’ un giudizio, ma una constatazione. Oggi siamo in una situazione difficile perche’ ogni anno importiamo 155 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia. La sola Italia ne acquista 30 miliardi, il 20 per cento. E questa dipendenza e’ stata scelta”. Breton spiega che “bisogna avere un piano per fare eventualmente a meno del gas russo e sostituirlo, se necessario. Ci sono pero’ due tavoli diversi. Il primo riguarda le sanzioni: spetta ai capi di Stato e di governo decidere se bloccare il gas russo, visto che con gli acquisti finanziamo la guerra con 800 milioni di dollari al giorno. O magari potrebbe essere la stessa Russia a chiudere i rubinetti per punire l’Ue. Io, in quanto responsabile del mercato interno, ho il dovere di mettere a punto un piano per essere pronti all’evenienza. Nella speranza di non usarlo”. “Entro la fine dell’anno – aggiunge il commissario – possiamo sostituire 50 miliardi di metri cubi di gas con l’aumento delle forniture di gas naturale liquefatto, anche se ovviamente bisogna incrementare la rigassificazione. Altri 10 miliardi via gasdotto, soprattutto a Sud, dal Nord Africa o dall’Est. Possiamo inoltre ridurre il consumo abbassando termosifoni e climatizzatori e accelerando il risparmio energetico: circa 14 miliardi. E poi spingere il biometano, cosi’ come i progetti per l’eolico e il solare: ulteriori 25 miliardi”.

E’ chiaro, inoltre, che “in una situazione estrema avremmo bisogno di misure estreme. Penso alle centrali a carbone: si potrebbe decidere di non chiuderle oppure di riaprirle. Questo ci permetterebbe di sostituire 20 miliardi di metri cubi di gas, di cui 14 dalla sola Germania. Stesso discorso per le centrali nucleari, che garantirebbero l’equivalente di 12,5 miliardi di metri cubi di gas. Ovviamente dovremmo trovare il modo per redistribuire l’energia e aiutare, con spirito di solidarieta’, quei Paesi che hanno scelto di essere piu’ dipendenti dal gas e in particolare da quello russo”. Questo eviterebbe alle imprese di rallentare l’attivita’ produttiva: “Molte industrie che usano il gas, come ad esempio le acciaierie, potrebbero usare l’olio combustibile. Permetterebbe di risparmiare 10 miliardi di metri cubi di gas. E’ molto difficile, lo so. Ma viviamo in un’epoca difficile, c’e’ una guerra in corso. I Paesi dovrebbero inoltre avviare acquisti e stoccaggi congiunti. In parallelo serve una riflessione per fare in modo che il prezzo dell’elettricita’ non sia piu’ legato a quello del gas perche’ oggi assistiamo a un’assurdita’”, ha concluso Breton.

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