Il 2017 tra paura e ragione..

berlino

di SERGIO BIANCHINI –  Il teorema dell’impotenza.  L’ultimo scritto del politologo Giovannio Cominelli, come sempre ben scritto e e con il tipico stile filosofico-profetico è diventato ormai un inno, diffusissimo sui media, all’immobilità “intelligente e ragionevole”.

Cominelli, pur predicendo per primo per il 2017 un peggioramento generale rispetto al 2016, lamenta che il 90% dell’occidente, che ha la stessa percezione negativa da lui espressa, sia fuori strada come dimostrato dallo studio che lui cita:”un recente Rapporto dell’Università di Oxford, intitolato Our World in Data, propone un altro punto di vista. Per un verso, si prende atto delle risposte alla domanda “il mondo stia andando peggio o meglio di prima?”. Va meglio solo per il 10% degli Svedesi, il 6% degli Americani, il 4% dei Tedeschi. Per l’altro, le statistiche elaborate circa la povertà, l’alfabetizzazione, la mortalità infantile, l’espansione della democrazia, la fertilità, l’education documentano che dal 1800 ad oggi il mondo è migliorato di molto.

E’ chiaramente uno studio finto, di quelli finalizzati a “calmare”. Infatti parte dall’ “800. Lo stato di ansia e di crescente preoccupazione in occidente risale agli ultimi 20 o 30 anni e solo negli ultimi 10 è diventato prevalente e di massa.

Nonostante le continue siringate di ottimismo effettuate dai media la gente ha una crescente sensazione di pericolo, fondata su fatti ridondanti e vissuti, sia sul piano economico che su quello dell’ordine pubblico, un tema quest’ultimo quasi banalizzato ma che esprime il concentrato delle relazioni umane ed è sempre stato alla base della legittimazione del potere.

Da noi invece ormai il potere se ne frega dell’ordine pubblico e sia le istituzioni che gli intellettuali “umanisticamente sensibili”  tifano apertamente per tutti, salvo che per i normali lavoratori. Disperati, delinquenti, sbandati, avventurieri, sognatori, anticonformisti ecc: tutti sono degni di rispetto, attenzione e perdono, salvo i normaloni, squallidi individui(purtroppo ancora tanti) tutti casa e lavoro, difensori del proprio benessere e del proprio misero orizzonte ed in più ignoranti della saggezza della storia.

Sembra proprio di stare nella favola del re nudo, dove tutti i saggi lodano il nulla finchè un bambino da voce all’evidenza e tutto crolla.

No, la paura è giustificata proprio dalla sorprendente scoperta, ormai certa consapevolezza, che chi dovrebbe prendere grandiosi provvedimenti adeguati alle circostanze non lo fa e non vuole farlo ed anzi ributta in basso la palla che dal basso continuamente gli viene lanciata.

Chiaramente lo schema teorico che guida(trascurando gli interessi) gli “intelligenti” è che la sovranità nazionale è pericolosissima e l’unica vera generatrice delle guerre.

E quindi se la paura delle masse spinge verso il ripristino delle antiche sovranità nazionali va osteggiata in quanto porterebbe alla guerra.

Anche questa tesi è tutta al contrario della verità. Le guerre oggi in atto sono proprio figlie della spinta mondialista e democratica che da quasi trenta anni cerca di sovvertire con tutti i mezzi, gli assetti nazionali tradizionali.

E con questo dogma dell’ingerenza umanitaria avanzano in tutto il mondo le truppe in jeans delle onlus appoggiate dai media e poi dai droni , dagli aerei e dai missili.

Evidentemente lo schemone democratico-umanitario non prevede scenari di ricambio, nermmeno difronte al fallimento evidente e sanguinoso.

I “beceri nazionalisti” invece sembrano progredire benissimo. In Cina ormai il tenore di vita ha raggiunto la metà di quello occidentale ed anche in India cresce a tutto vapore. In quei paesi inoltre la “percezione” dei popoli è positiva ed i consueti sondaggi danno la soddisfazione per i propri governi intorno all’80%. Che ignorantoni!

Gli stessi sondaggi danno gli italiani come i più infelici, con solo un 17% soddisfatto dei propri capi. Anche qui che ignorantoni!

Ma questo ai nostri intelligentoni non interessa, i “populisti”sono ignoranti e fifoni quindi non contano. Il coraggio ad oltranza, ai limiti del martirio, e la sapienza dottrinaria sono diventati i nuovi dogmi delle spietate elites umanistico-democratiche che comunque, anche volendo, sarebbero ormai incapaci di una iniziatgiva diversa rispetto alla passività cinica.

 

Concludo dicendo che la paura non è il contraltare della ragione, anzi spesso ne è la forza motrice. Spesso è un ottimo indicatore e spinge l’uomo alla saggezza ed all’iniziativa.

Gli esempi sono infiniti nella vita quotidiana ma anche nella grande storia non è forse la madre di tutte le paure, la paura della morte, che ha generato le religioni?

 

 

 

 

 

 

 

Sotto lo scritto di Cominelli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 2017 tra Paura e Ragione

BY GIOVANNI COMINELLI

“Odio questi capodanni a scadenza fissa che fanno della vita e dello spirito umano un’azienda commerciale col suo bravo consuntivo, e il suo bilancio e il preventivo per la nuova gestione. Essi fanno perdere il senso della continuità della vita e dello spirito. Si finisce per credere sul serio che tra anno e anno ci sia una soluzione di continuità e che incominci una novella istoria, e si fanno propositi e ci si pente degli spropositi, ecc…“. Così scriveva Antonio Gramsci il 1° gennaio 1916 sull’edizione torinese dell’Avanti, nella Rubrica Sotto la Mole. E aggiungeva: “Aspetto il socialismo anche per questa ragione”. Coltivava l’illusione di altre date costruite non dal movimento meccanico degli astri, ma dagli uomini stessi, cui agganciare la propria biografia e la storia degli uomini.

Cosa ci aspetta per il 2017 . Caduta l’attesa di una storia “altra” di sé e del mondo, siamo soltanto costretti a constatare che il 2017 potrebbe essere un 2016 peggiorato, tanto rispetto al quadro internazionale quanto su quello interno. Anche se un recente Rapporto dell’Università di Oxford, intitolato Our World in Data, propone un altro punto di vista. Per un verso, si prende atto delle risposte alla domanda “il mondo stia andando peggio o meglio di prima?”. Va meglio solo per il 10% degli Svedesi, il 6% degli Americani, il 4% dei Tedeschi. Per l’altro, le statistiche elaborate circa la povertà, l’alfabetizzazione, la mortalità infantile, l’espansione della democrazia, la fertilità, l’education documentano che dal 1800 ad oggi il mondo è migliorato di molto.

Incollati all’oggi

Perchè questa dispercezione? Una delle ragioni è che i media non hanno e non danno il senso della “lunga durata”. Dicono del presente qui e ora. E la seconda ragione è che di questo presente raccontano il lato sbagliato e peggiore. Tuttavia, limitandoci alla breve durata 2016-2017, è difficile essere ottimisti, tanto che si alzi lo sguardo sul pianeta quanto lo si abbassi sul nostro italico orizzonte. Come rileva un Rapporto ISPI: “Il 2016 ha sostanzialmente radicalizzato le incertezze sul futuro che investono contemporaneamente i singoli attori politici, il sistema internazionale e i loro rapporti reciproci: dalla vittoria di Donald Trump nelle elezioni presidenziali negli Stati Uniti a quella della Brexit; dai nuovi successi dei movimenti nazionalisti e populisti in vari paesi europei alla paralisi della comunità internazionale di fronte alla guerra in Siria; dalla nuova ondata di attacchi terroristici in Europa alle nuove incertezze sulla globalizzazione e sulla crescita economica che alimentano le fragilità sociali”. Pertanto il 2017 è destinato a vedere aggravati questi elementi.Si torna al gioco tra le potenze.Mentre sul piano economico e sociale la globalizzazione genera ondate di crisi degli assetti statali sovrani e induce paura e incertezza, la reazione di Trump, della Gran Bretagna, della Russia, della Cina, dell’India pare segnare l’abbandono dei timidi tentativi di costruire assetti di governo mondiali. La fine del governo bipolare del mondo agli inizi degli anni ’90 ha prodotto nei due decenni successivi un’iniziativa unilaterale americana crescente, ma sostanzialmente fallimentare, in Medioriente e nel Mediterraneo. Quanto all’Europa, non ha mai avuto né la forza politica né quella militare per favorire il necessario riassetto di stati e confini del Medioriente, siglati con l’accordo Sykes-Picot del 16 maggio del 1916. Trump ha vinto all’insegna dell’America FirstNon più tentativi di governo mondiale o di interventismo democratico: si torna a Westafalia, 1648, al gioco tra potenze. Usa, Russia, Cina, Giappone, India… Tutte rivendicano il proprio “First”, cioé il proprio “spazio vitale” detto anche Lebensraum.

L’Europa e le prossime elezioni in Olanda, Francia, Italia, Germania

All’appello manca l’Europa. L’anno 2017 deciderà se l’Europa dei Trattati di Roma continuerà ad esistere. Lo sapremo dopo le elezioni in Olanda il 15 marzo, in Francia il 23 aprile/7 maggio, in Italia (entro giugno?), in Germania (tra il 27 agosto e il 22 ottobre). A decidere sarà la Paura o la Ragione? La paura è il motore principale delle forze populiste e nazionaliste, oggi. Essa spinge verso nuovi assetti internazionali e nuovi assetti politico-istituzionali nei singoli Paesi. Sul piano internazionale, il dogma del sovranismo è che se ciascuno è padrone in casa propria e sta al sicuro casa propria, la pace mondiale ne è il risultato automatico. Tutti trattano con tutti, nessuno alza la voce. Solo che questa rappresentazione irenica della storia del mondo è surreale. Perchè la storia reale è piena di conflitti, da sempre, attorno alle risorse fondamentali e sempre più scarse di un pianeta abitato da sette miliardi di abitanti. Si tratta di un circolo vizioso: la paura genera il ritorno di sovranismo, il sovranismo praticato moltiplica le possibilità di conflitti locali e mondiali e perciò alimenta la paura.

Il nuovo anno

Sul piano interno, il populismo, che sta crescendo negli spazi costituzionali aperti della democrazia liberale, punta al suo sovvertimento, ritenendola incapace di affrontare le sfide del mondo presente, in nome della democrazia diretta e carismatica. Le istituzioni di questa democrazia sono il popolo sovrano, che si manifesta ogni giorno, attraverso la Rete, come Volontà generale, e il Capo carismatico redentore, che guida/segue/incarna la Volontà generale. Saltata ogni separazione dei poteri, spinte le minoranze nelle catacombe, identificato Movimento/Partito e Stato, ciò che ne risulta è un assetto totalitario della società e dello Stato. Il primo Novecento è ricco di tragici esempi, a questo proposito, e la guerra ne è la conseguenza inevitabile. Unico antidoto alla paura è la ragione. La ragione non è un dato storico; deve essere costruita con pazienza, fatica e perseveranza. La paura è immediatezza, la ragione è mediazione. La paura è facile, la ragione difficile. La paura si gonfia improvvisamente come un torrente in piena, la ragione è un fiume lento, che si alimenta di molti rigagnoli. La paura è collettiva, la ragione è sempre individuale. La paura odia, la ragione ama. La paura vede i fantasmi, la ragione la realtà. La paura chiede a gran voce un capro espiatorio, la ragione muove dalle responsabilità di ciascuno. E questo è il compito per il 2017 degli uomini di buona volontà.

 

 

 

 

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