di Cassandra – Da cittadina che vive al Nord, liberale e realista in questi giorni ho voluto dedicarmi all’ascolto degli interventi sul dibattito alla fiducia al nuovo Governo Conte. L’ho fatto pacatamente, scevra da pregiudizi e con la mente aperta. Dopo la manifestazione sudaticcia e per alcuni versi squadrista fuori da Montecitorio mi sarei aspettata un innalzamento dello stile sia linguistico, che di contenuti cosi come di stile all’interno delle Aule che rappresentano le nostre Istituzioni. Così non è stato. Occhi fuori dalla testa, gestacci, cartellini posticci illeggibili da banchi di scuola, coretti e risate, interventi gridati in stile “hater”. Diciamo che dai resoconti parlamentari potremmo desumere non tanto dei veri e propri interventi istituzionali quanto “un taglia incolla” di messaggi Facebook, di Tweet e di dichiarazioni da “arruffapopoli” ben descritti dal Giusti in un volumetto dedicato.
È il NORD? Nord dimenticato, Nord tradito, Nord assente. Non c’è più. Nemmeno nel battibecco di Salvini tutto incentrato sui suoi pregressi e attuali litigi con il Premier Conte c’e’ stato un momento per dire quelle quattro lettere dell’alfabeto.
Mi sono dovuta consolare con l’intervento dell’ottima sudtirolese Unterberger che unica ha avuto il coraggio di citare la propria storia, la sofferenza del proprio popolo e la propria visione identitaria in un quadro di Unione nazionale ed europea.
Ecco, essere onesti con le proprie radici si può, senza sbraitare, senza inveire ma guardando con coerenza ed oggettività alla storia attuale del nostro Paese. Forse l’unico intervento in cui ho sentito una parte di me presente in quell’Aula….