“La manovra economica che il Governo sta varando porterà ad un salasso per tutti i cittadini, perché aumenteranno diverse imposte e dal 2018 aumenteranno diverse accise e ci saranno due scatti consecutivi dell’Iva che salirà al 25% nel 2018 e arriverà a sfiorare il 26% nel 2019, ma soprattutto andrà a penalizzare gli imprenditori, specie quelli più piccoli, e i liberi professionisti”. Lo dichiara l’on.Paolo Grimoldi, deputato della Lega Nord e segretario della Lega Lombarda-Lega Nord. “Tanto per cominciare non è vero che viene abolita Equitalia – continua – semplicemente viene assorbita dalle agenzie delle Entrate mantenendo invariati struttura, personale e pure gli stessi metodi per l’accertamento, con anzi maggiori poteri di indagine e di acquisizione dei dati personali dei contribuenti, e di riscossione, pure questi aumentati nelle parti coercitive, come il pignoramento di salari o stipendi”.
“Insomma una vera e propria ‘Polizia fiscale’ al servizio non dei cittadini ma del fisco”, dice Grimoldi. “Inoltre non è vero che vengono rottamate le cartelle: si continueranno a pagare le somme iscritte a ruolo a titolo di capitale, si continueranno a pagare gli interessi per la ritardata iscrizione a ruolo, si pagheranno l’aggio, le spese di esecuzione e quelle di notifica. E a proposito di fisco ‘non amico’ in questa manovra ci sono una serie di passaggi inseriti solo per appesantire gli adempimenti burocratici a carico delle società e dei liberi professionisti, così nella manovra economica sparisce lo ‘spesometro’, la tradizionale comunicazione annuale, che diventa una comunicazione addirittura trimestrale, con rischio di quadruplicare le sanzioni in caso di errore nella comunicazione, ma per evitare una levata di scudi solo dal 2018 mentre nel 2017, ecco il ‘contentino’, sarà semestrale – dice Grimoldi – In questo modo si complica la vita a chi lavora e a chi fa impresa e ai loro consulenti con questo insensato appesantimento degli adempimenti a loro carico. E si aumentano i rischi di errori e di conseguente sanzioni. E infine ecco un’altra falsa promessa, quella dell’abolizione degli studi di settore che semplicemente diventano ‘indici sintetici dell’affidabilità fiscale’, una sigla fumosa per nascondere un arrosto che non cambia. Per i piccolo imprenditori e i liberi professionisti si complica la vita è si aumentano di rischi di errori e di sanzioni”.