Premessa: era il luglio 2012 e il nostro collaboratore Daniele Vittorio Comero si cimentava sull’analisi del dopo voto e sulla politica che si apprestava a ragionare di nuova legge elettorale per fermare l’avanzata di Grillo. Ebbene, ci chiediamo, da allora ad oggi, dopo quasi cinque anni, cos’è cambiato? Praticamente nulla. Buona lettura e buon… ripasso!!!
Due mesi esatti sono passati dalla mezza rivoluzione che è avvenuta alle elezioni comunali del 7 maggio scorso, dopo che la prima parte del sommovimento si era già realizzata l’anno scorso, nel maggio 2011, con la simbolica caduta di Milano nelle incredule mani di Pisapia. A Milano, i milanesi hanno subito sperimentato le conseguenze, sia i votanti arancioni che quelli verde-azzurri, chiamati a mettere le mani in tasca con un giro di aumenti delle tariffe e delle tasse comunali senza precedenti. Anche in questi giorni si profila qualcosa di simile, si parla di spending review, un termine inglese che probabilmente maschera un qualche marchingegno per far pagare ancora a noi il conto del ristorante frequentato dalla casta. Ma su di loro quali effetti ci sono stati? Non sono ancora del tutto evidenti, si sa che i partiti, come sono stati strutturati fino al 2010, non sono più proponibili, i consensi sono in caduta libera, per cui questa casta politica è probabilmente all’ultimo giro.
Da un punto di vista politologico gli elementi da segnalare sono due: il tracollo del centro destra, PDL e Lega, e l’affermazione sulla scena del Movimento Cinque Stelle – M5S.
Il fatto che l’M5S sia esploso soprattutto al centro-nord, a scapito della sinistra e nutrendosi dello sfarinamento dell’elettorato leghista, lascia pensare che sia in corso un cambiamento epocale. L’esplosione del fenomeno Grillo, dopo anni di posizioni di nicchia, è stato repentino, in contemporanea dello scandalo che ha coinvolto la gestione Bossi della Lega, traendone certamente dei grossi benefici in termini di flussi di voto. Questo è il punto principale segnalato da molte indagini elettorali: la disponibilità alla transumanza, la possibilità dell’esodo di milioni di voti.
E’ vero che la Lega Nord è corsa subito ai ripari con un congresso che si è svolto settimana scorsa, che ha messo in sella un nuovo leader, Bobo Maroni affiancato da un gruppo dirigente rinnovato, autodefinitosi “barbari sognanti” (sognano ardentemente di riprendersi i voti persi). Come si possa pensare di fermare la possibile transumanza di milioni di voti, che potrebbero lasciare l’ovile leghista alle politiche del prossimo anno, organizzando un congresso federale o confederale, con risultato preannunciato, senza un rinnovamento serio dopo quello che è accaduto in via Bellerio, è un mistero.
Così i voti viaggiano verso Grillo, tanto in Lombardia che in Veneto, dove è virtualmente il primo partito, trasformando radicalmente la sua vocazione iniziale: da quella originaria della componente anarchica libertaria e di sinistra, a movimento con base composita, che spazia da destra a sinistra, assumendo il monopolio della critica al sistema dei partiti.
Qui c’è un precedente storico importante, in tanti oggi ricordano la figura di Guglielmo Giannini, che nel 1945 diede vita al settimanale dell’Uomo Qualunque, molto critico verso lo stato, i partiti e i leader carismatici, che in breve divenne un grande successo, arrivando a 800mila copie. Subito si avventurò in politica, fondando un movimento politico che partecipò alle elezioni del ’46, prendendo un bel po’ di voti, il 5,3%, con 30 deputati. La sua posizione molto critica, sia verso la destra che la sinistra, a difesa del cittadino schiacciato e oppresso dallo stato, è in parte recuperata nelle modalità di azione di Grillo e del suo gruppo. Oggi si utilizza un blog al posto di un settimanale cartaceo, però le modalità di dissacrazione del potere sono identiche, con l’impiego massiccio della satira, che diventa l’arma micidiale, da puntare contro la casta e il coro di lodanti.
In risposta a tutto ciò, i partiti si preparano a chiudersi nei loro possedimenti, sia in Parlamento, studiando una legge elettorale nuova che possa fare il miracolo, che in altri palazzi del potere sparsi sul territorio. Non occorre essere preveggenti per capire che in questo modo i partiti faranno un buco nell’acqua, lasciando a Grillo, Uomo Qualunque del duemila, spazi elettorali immensi da percorrere in tutta tranquillità da qui alle prossime elezioni Politiche, trasformandosi a sua volta in un partito “pigliatutto”.