di RICCARDO POZZI – I percorsi della storia sono davvero singolari e a seconda del punto di vista i giudizi assumono forme e consistenza molto diverse.
Alla fine del ducato di Mantova, nel 18° secolo, l’occupante impero asburgico nominò quattro governatori, poi, a metà del secolo, annesse Mantova allo Stato di Milano e Mantova conobbe altri governatori imperiali. In quel secolo a Mantova si avvicendarono una dozzina di reggenti, oggi paragonabili solo lontanamente ai prefetti, ma istituzionalmente a loro molto vicini, in quanto rappresentanti del governo centrale di Vienna.
Di questa dozzina, il 70% era costituito da personalità nate nelle regioni del norditalia, da Trento a Genova, Modena e Varese. Mentre il restante 30% era di nascita e formazione austriaca.
Due secoli dopo, la piccola città lombarda di Mantova ha visto, negli ultimi quarant’anni, avvicendarsi 13 prefetti: quattro di Napoli, tre di Roma, uno di Frosinone, uno di Viterbo, uno di Salerno, uno dalla Calabria e uno, il più vicino, dall’Umbria. (Fonte Min.Interno- storico prefetture, Wikipedia Storia)
Naturalmente i governatori norditaliani, anche se nati in pianura padana, rappresentavano uno stato straniero, mentre i prefetti degli ultimi quarant’anni di Mantova, anche se provengono da zone geografiche piuttosto lontane e non solo dal punto di vista geografico, sono di nazionalità italiana.
Ma proviamo a fare uno sforzo di fantasia e di immedesimazione storica, senza dimenticarci che chi è morto per combattere gli austriaci aveva i moschetti dei carabinieri puntati alla schiena.
Estraniamoci per un momento dalla qualità democratica dei due regimi, storicamente imparagonabili per motivi di evidente non contemporaneità, lasciamo stare i verdetti della storia e le loro conseguenze politiche sulla vita delle persone. Dal punto di vista strettamente territoriale, quale dei due casi somiglia di più ad una occupazione?