Gli indipendentisti veneti premono sull’Europa. E i politici lombardi, dormono?

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di MARIO DI MAIO – Perfino Renzi ha capito che l’attuale assetto europeo non e’ la soluzione ma “il problema” e per questo negli ultimi giorni aveva fatto finta di alzare la voce con Juncker, Merkel e compagnia dominante. Abbiamo anche costatato in piu’ occasioni che in linea con il suo assolutismo centralista l.U.E. non promuove le autonomie dei territori nonostante che le Euroregioni siano previste dai trattati. Inoltre l’ U.E. non ha interferito sulla separazione consensuale tra Cekia e Slovacchia, ma dove c’ e’ “discussione” come nel caso della Catalogna si schiera con Madrid. Cio’ pone problemi alle Nazioni senza Stato, che sulla strada della liberta’ si trovano tra i piedi anche Bruxelles. L’ unica vergognosa eccezione e’ il riconoscimento del Kosovo in funzione anti-Putin. Al momento la speranza padana e’ la possibilita’ di far riconoscere alla U.E. il diritto all’ autodeterminazione dei popoli, gia’ tutelato in sede O.N.U. Come puntualmente informa Luca Polo gli indipendentisti veneti si sono attivati al Parlamento Europeo come popolo insieme a Catalani, Baschi Scozzesi Fiamminghi Sud Tirolesi, ai quali si sono aggiunti i Gallesi e gli Irlandesi. E gli altri indipendentisti “nostrani” che fanno?

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