Gli alpini e il tricolore che a Milano non abbonda

alpini

di MASSIMO VIDORI –  E’ indiscutibilmente il simbolo sotto il quale tutto il gioioso e significativo rituale dell’Adunata si svolge.

Già l’anno scorso a Trento c’erano stati i primi segnali, declinati rapidamente sulla questione identitaria del Trentino-Alto Adige e derubricati a questione localissima.

Tuttavia quest’anno a Milano l’evidenza è registrata da foto e video, oggi tanto diffusi: c’è carenza di tricolori… o quantomeno c’è carenza rispetto alle profusioni di Treviso e Vittorio Veneto!

Il dato è indiscutibile: lampioni, terrazzi, alberi e gran parte delle verticalità meneghine libere dal verde-bianco-rosso sembrano nude per qualunque veneto!

In Veneto, patria di separatisti ed anti-italiani, ogni “scusa verticale” è buona per piazzarci un tricolore per ricordare il prezzo del sangue versato nel suo nome. Se poi vi è un motivo associativo o una ricorrenza italianista il tricolore diventa letteralmente parte integrante dell’eco-sistema.

Appena esci dai confini regionali tutto assume toni molto più pacati. A Milano con la 92° Adunata degli Alpini il suggello: col tricolore si può convivere civilmente anche in presenza di un happening nazionale!

Dunque?

Dunque “abbiamo un problema Houston!”. Perché questa necessità maniacale di tricolorare qualunque cosa alta più di 2 metri in Veneto?

Da indipendentista veneto un’idea ce l’ho, ma lascio ipotesi ed esternazioni a complottisti e servizi segreti.

Massimo Vidori

Indipendentista veneto

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