Generale Pappalardo: dai Vespri siciliani alla Sicilia Stato confederato

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di STEFANIA PIAZZO – I Vespri siciliani non sono mai finiti. Lo Stato che infila le mani dove non deve è sempre lo stesso. Che sia un soldato francese o il centralismo italiano ad abusare materialmente della libertà e violare i diritti individuali è un dato di fatto. Non è solo storia, ma è anche un presente tragico che si declina nel soffocare tutte le legittime aspirazioni di emancipazione e di riscatto da uno Stato italiano che fa il record di disoccupazione, quasi l’11%, e di tasse, al 43%.

Non c’è dunque da stupirsi se, governo dopo governo, anche la Sicilia, in una apparente autonomia di governo, è l’immagine riflessa del sistema italiano. L’altro giorno, proprio in ricorrenza del 737° anniversario dei Vespri del 1282, a Palermo i cittadini hanno riempito le piazze. Diversi movimenti indipendentisti, autonomisti, federalisti hanno dato vita ad una manifestazione per alzare la voce, con un solo obiettivo: “Riconquistare la libertà dei popoli”. Lo dice a lindipendenzanuova il generale Antonio Pappalardo.

Generale Pappalardo, ci racconta questa pacifica rivolta del popolo siciliano?

“Le dico subito qual è il punto d’arrivo: arrivare ad una assemblea costituente per far nascere uno Stato confederato, cinque stati confederati, Nord, Centro, Sud, Sicilia e Sardegna. Questa è la battaglia politica: la trasformazione dello Stato unitario centralista in una confederazione di stati liberi e sovrani, dentro unìEuropa confederata”.IMG-20190330-WA0024

Lei pensa ad un’Europa sullo stile di Carlo Cattaneo, Stati uniti d’Europa?

“Certo! Oggi le nostre regioni sono tutto che al servizio del cittadino. Guardi che associazione a delinquere emerge in ogni dove… Dalla necessità di non disperdere le forze sane per il cambiamento, è scaturito il progetto politico che il 13 marzo scorso a Milano ha portato alla firma di un documento che unisce la battaglia di realtà politiche diverse verso un medesimo obiettivo, 5 macroregioni, e il punto d’arrivo che è uno stato confederato. Quel documento è stato sottoscritto da Grande Nord, da Forza Centro, da Prima il Sud, da Sicilia e Sardegna. E la Sicilia era in piazza per i Vespri siciliani, il 30 marzo scorso. Così arriviamo a chiudere il cerchio!”.

Quindi l’accordo politico in Sicilia si traduce in vespri tutti i giorni?

“La rivolta del 1282 portò alla nascita della Repubblica indipendente della Sicilia! Celebrare politicamente i Vespri è un fatto straordinario. Non  a caso il fulcro della manifestazione che sabato scorso ha visto a Palermo ben 6mila cittadini in strada a manifestare, è stata la chiesa di santo Spirito, dove tutto ha avuto inizio… Siamo stati in quel luogo sacro a ricordare il coraggio del popolo siciliano, e abbiamo ascoltato un frate, frate Licalzi, nel mentre benedica le nostre bandiere, invitare i cittadini a combattere civilmente per la libertà dei popoli. E’ un impegno sacro, è un impegno laico, è un fatto indispensabile”.

E Palermo come reagisce a chi alza l’insegna dell’indipendenza, piuttosto che del sovranismo?

“Da piazza Vespri fino a piazza Verdi dove c’è il teatro Massimo, siamo stati abbracciati da ali di folla che indicava con la mano il tre, con pollice indice e medio. Sta a significare i tre lati della regione, la triangolazione della Sicilia. “Sicilia ora e sempre, Sicilia indipendente”. Questo le dice tutto. La gente sa bene cosa vuole! E la mia presenza è stata molto apprezzata, i cittadini sanno che le mie battaglie sono contro il falso governo del cambiamento. E contro il governo siciliano di Musumeci. Il governatore, lo chiede la gente, se ne deve andare, è inutile, la Sicilia è in stallo. Vogliamo diventare uno stato confederato indipendente. I popoli liberi e sovrani devono farsi largo, il destino io credo è già segnato, è solo questione di tempo”.IMG-20190330-WA0034

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