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Forza Nord, Forza Centro e Forza Sud…! Tre Italie, tre macroregioni, tre leadership?

19fallitalia2di SERGIO BIANCHINI – Le Tre Italie non vogliono più il solo partito nazionale ma tre partiti macroregionali uniti a Roma. E così il dilemma tra secessionismo del nord e italianismo degli eletti, Lega in primis, continua. Bossi condanna l’Italianismo di Salvini e continua a riproporre lo spirito indipendentista originario ma l’ipotesi politica è la rinnovata alleanza con Berlusconi e Forza Italia. Dunque il punto di approdo è Nazionale .

Berlusconi abilmente compose negli anni ruggenti il nordismo ed il meridionalismo con l’alleanza asimmetrica sia col nord che col sud. Ma all’atto pratico questa alleanza non riuscì a realizzare la riforma costituzionale, pur leggera e per niente federalista o indipendentista, perché il centrosud di Forza Italia votò contro con Storace in prima fila ma non solo. Quindi anche Forza Italia soggiace al fatto che le Italie sono tre e  anche sotto i mantelli politici unitari nazionali operano in disaccordo o in intrigo costante.

Anche sotto il mantello nazionale del PD le tre italie stanno operando vistosamente. Quella meridionale ormai è insorta apertamente  contro un centronordismo mitissimo di Renzi , non apprezzato anzi temutissimo dal meridione che ormai persegue con  Emiliano e Speranza la segreteria stessa del PD. Il nord  del PD invece sembrava a maggioranza (seppur tiepida) incline all’alleanza con Renzi  e le contrarietà con la struttura sindacale di Camusso e Landini e l’Emilia di Bersani apparivano comunque flebili ed educate.

Le tre Italie quindi agiscono inesorabilmente sotto i mantelli politici nazionali e se il nord tira centro e sud si alleano  per bloccare tutto. Se il centro tira si alleano nord e sud e di nuovo si blocca tutto. All’interno di ogni macroregione invece con facilità si realizzano intese importanti perché la vicinanza piscologica, sociologica ed organizzativa sono molto forti come ogni giorno la realtà ci dimostra. La disperazione del nordismo indipendentista, evocato nostalgicamente da Bossi, non ha chiaramente sbocchi visto che perfino al nord perde colpi e si ripropone una decotta alleanza con un Berlusconi che, anche lui,  non riesce a gestire più nemmeno  le sue tre Italie. Quindi la mia deduzione è che non solo lo stato federale deve essere il chiaro e inequivoco punto di arrivo e di programma del nordismo, ma che anche lo strumento politico per attuare il progetto deve essere federale. Immaginiamo che Bossi e/o altri con lui o senza di lui vadano da Berlusconi e gli propongano di sciogliere Forza Italia e di costituire tre formazioni, Forza Nord, Forza Centro e Forza Sud.

Tre formazioni politiche alleate che attuino ciascuna nel rispettivo territorio la prevalenza politica e la desistenza negli altri due.  La libertà d’azione e l’efficacia politica sarebbero enormemente aumentate. Le primarie eventuali sarebbero di area territoriale e ci sarebbe, a fianco delle potenti      ( da precisare chiaramente quanto) dirigenze macroregionali, un direttorio nazionale per attuare la politica complessiva verso lo stato. Tutte le laceranti contraddizioni che abbiamo conosciuto e che originavano e originano proprio dalla fatale tensione tra nordismo e italianismo potrebbero facilmente essere composte.

Dentro Forza Nord potrebbero facilmente convergere sia Zaia che Tosi che Gelmini , Santanchè ecc. Questa denominazione, Forza Nord, poi escluderebbe automaticamente gli opportunisti che hanno usato e usano il nordismo e perfino il secessionismo solo per trovare una poltrona in regione o a Roma, e che una volta seduti sono assolutamente privi di idee ed energie conseguenti all’obiettivo annunciato. Consentirebbe poi ai sinceri di darsi veri  e concreti obiettivi macroregionali, creando una potenza politica vincente e radicatissima utile anche per qualunque evenienza futura.

 

 

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