FerraraFiere, il ciclone dell’inchiesta. Bigoni: Ripensare al rilancio di tutto il territorio

Le inchieste viaggiano per la loro strada ma le riflessioni sono d’obbligo per andare oltre. Adesso che la procura ha messo la parola fine al primo passo dell’inchiesta su presunti illeciti nella gestione di Ferrara Fiere, con cinque indagati, scuotendo il territorio e la politica provinciale, non si può certo emettere sentenza definitiva né scadere nel giustizialismo, tuttavia, commenta Stefano Bigoni, responsabile territoriale di Grande Nord per la provincia di Ferrara, “questa è l’occasione buona per guardarsi intorno e magari anche indietro per osservare come Ferrara e dintorni sia spenta, un motore a metà regime, lento e affaticato. Mancano la competenza e l’intraprendenza per accelerare e uscire dalla stagnazione. Una stagnazione diventata sistema, che ruota sempre attorno ai soliti noti”.

Sorvolando quindi sulle pesanti accuse che sono al centro dell’inchiesta, e che vanno dalla concussione al peculato alla contraffazione, Bigoni aggiunge: “Non ci interessa agitare manette o altro. E’ un repertorio che non ci appartiene. Faranno i processi ed emergeranno i fatti. Il problema è cambiare registro, avere un rinnovamento della classe politica, di chi decide chi fa cosa negli enti e dove si agisce per l’economia. Siamo sì nella bassa padana, ma bassa non vuol dire al di sotto di un livello minimo di prestazioni. Un popolo così vitale, così resiliente, merita altro”.
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