Femminicidi, Rizzi: magistratura e leggi insufficienti, la strage continua

di Monica Rizzi – Non passa giorno che i tg diano conto di efferati omicidi contro le donne. E non passa giorno che non ci siano alle spalle storie di denunce, se va bene, di cui si prende nota, si arriva all’arresto ma poi anche alla scarcerazione con il mero invito di non avvicinarsi alle vittime di stalking e violenza. L’omicidio di Aci Trezza in Sicilia è l’ultimo episodio che ha seguito questo scarno copione.

Le donne non si salvano con le misure cautelari domiciliari.  Il divieto di avvicinamento non serve a nulla. E per chi vive dentro il dramma condividiamo in pieno le parole di una donna coraggiosa. “Si corre il rischio di rimanere intrappolati, ma quella esperienza non è definitiva, non è un per sempre. Va superata, occorre incontrare persone capaci di aiutarti, di capire, persone che non abbiano giudizi, che siano adeguate”. Lo dice a LaPresse Lucia Annibali, oggi parlamentare di Italia Viva, che nel 2013 fu aggredita con l’acido da due uomini mandati dal suo ex Luca Varani, condannato nel 2016 in via definitiva a 20 anni di carcere per tentato omicidio e stalking.

Peccato che la politica faccia solo pubblicità al reddito di cittadinanza. Perché l’unico reddito sano prodotto da questo governo, ma tenuto ben bene nascosto, è il reddito di libertà. Pubblicato in Gazzetta ufficiale del 20 luglio scorso il DPCM istituisce il reddito di libertà, un contributo di 400 euro mensili con lo scopo di favorire l’indipendenza economica e l’autonomia delle donne vittime di violenza in condizioni di povertà. Non è molto, anzi, ma è già qualcosa per ripartire specialmente in territori che diventano una prigione che impedisce alle vittime di allontanarsi dai propri aguzzini e di difendersi dalla povertà culturale di molte comunità.

 

Print Friendly, PDF & Email
Articolo precedente

Ex infermiere con doppia dose di vaccino muore di Covid

Articolo successivo

Codice rosso per i ghiacciai italiani