Fb censura nudi di Rubens, la rete decide la nostra vita politicamente corretta. E la cultura può andarsi a nascondere

Rubensdi ANGELO VALENTINO – Facebook non distingue tra arte e pornografia. E’ questo il concetto espresso in una lettera aperta indirizzata a Mark Zuckerberg, ceo di Facebook, da parte di una serie di musei ed istituzioni culturali del Belgio, che hanno protestato per la censura ai nudi di Rubens. Le nudità vengono automaticamente escluse dalla piattaforma e filtrate dal social in base ad alcune regole che regolano la pubblicazione sul web dei contenuti per adulti. Inoltre – scrive l’agenzia Belga – domenica scorsa l’ufficio del turismo ha deciso di dar vita ad una protesta ironica diffondendo un video via web che invita i visitatori della House of Rubens ad Anversa, ad allontanarsi dai dipinti del pittore barocco per “proteggersi dalla nudità”, in una sorta di replica a Facebook.
“Indecente, è questo il modo in cui il seno, i glutei e i cherubini di Peter Paul Rubens vengono considerati, ma non da noi, bensì da voi”, hanno scritto nella lettera i firmatari per chiedere di trovare una soluzione al problema.

Era già accaduto che testi di canzoni di Vasco Rossi come Colpa d’Alfredo o i Watussi venissero censurati. L’algoritmo decide cosa sia lecito e cosa no. Lobotomizzati sempre più, decidiamo anche chi votare e chi no sfogliando facebook. Anziché essere uno strumento di libera scelta, di divulgazione popolare di un pensiero, diventa manipolazione

D’altra parte, l’obiettivo è catalogare tutte le nostre abitudini e vigilare sulla nostra vita. L’arte non serve più. Si può andare a nascondere.

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