Negli USA ci sono solo due partiti: il Democratico ed il Repubblicano che differiscono solamente per una maggiore o minore azione verso i ceti più deboli. Nessuno dei due ha basi filosofiche, nessuno dei due tifa o a tifato per potenze straniere e cosa fondamentale, nessuno dei due si definisce conservatore o progressista.
E’ questa , invece, la divisione più eclatante che si trova in Italia! Progressista, dicono, è colui che, a ogni costo, vuole cambiare le cose a priori. Nella vita di tutti noi, privata o collettiva non ci sono solamente cose che non vanno, ma, fortunatamente, anche quelle che vanno. Prendiamo quindi in considerazione le cose che NON VANNO per vedere se e come vale la pena di migliorarle o addirittura cambiarle.
Trovata che sia una soluzione nuova la sottoponiamo ad una rigorosa analisi di fattibilità. Fattibilità in cui è compresa anche valutazione della convenienza. Se la convenienza , MISURATA e non stimata, prevale operiamo verso il cambiamento.
A questo punto siamo automaticamente progressisti? Neanche per sogno. Siamo progressisti in quel particolare caso, in quella situazione e con quella soluzione.
Se, al contrario riteniamo di non farne di niente, siamo conservatori? No, siamo solo persone che il quel particolare caso, in quella situazione e con quella soluzione riteniamo meglio non farne di niente. Siamo diventati conservatori? Siamo solo persone con i piedi per terra.
Conservare sempre
E la definizione italica di conservatore. Nella realtà chi vuole sempre e comunque solo conservare è una specie di cretino, pauroso a priori di ogni cambiamento.
E neppure, certo, una persona che guarda ai propri interessi.
Innovare sempre
Definizione italica anche lei.
Nella realtà chi vuole cambiare sempre è un instabile mentale che spera di trovare nel nuovo una capacità di gestione che non ha. Quindi ogni individuo non nasce totalmente conservatore o totalmente progressista, ma una miscela, più o meno accentuata di conservazione o di progressismo, a seconda della situazione del momento, nonché del caso specifico.
Divisione tra sinistra e destra
Un’altra delle deformazioni italiche, mentali e linguistiche, è che essere conservatori significa appartenere alla destra, mentre se progressisti si appartiene alla sinistra. Ad esempio, i sindacati italiani , che sono di un conservatorismo estremo, perchè non dovrebbero chiamarsi allora, destrorsi ?
Estrema immobilità ideologica, concettuale e politica
A ciliegina sulla torta di tutti questi guai, compaiono, in modo particolarmente marcato, nella schiera dei politici italiani, una immobilità ideologica e una concettuale. Uno nasce interista DEVE morire interista .Uno nasce milanista DEVE morire milanista. Anche se la sua squadra del cuore ne fa di tutti i colori. Nel caso specifico politico troviamo che i marxisti si mantengono tali, prevalentemente in Italia, anche davanti a prove assodate di disastri plurimi del sistema.
Il marxismo è clamorosamente fallito in circa 40 nazioni su 40 eppure……
Immobilità concettuale significa (e succede sistematicamente) mantenere inalterati gli schemi di ragionamento, ragionamento strettamente collegato all’ideologia. B. è sempre e solo responsabile di quanto di negativo avviene nel mondo, mentre i casi clamorosi che accadono in Italia a carico di persone del PC sono “casi” di compagni che sbagliano. La logica non è valida se non è confermata dall’ideologia! Anche fuori dalla logica strettamente marxista. Esempio. L’Italia deve rimanere unita, perché ? Perchè è così! Perchè è bello !
L’unica che si altera, solo nei casi di stretto interesse personale, è l’immobilità politica. E, allora, c’è pronta la giustificazione: “Solo i cretini non cambiano idea”. Giustificazione validissima per il cittadino semplice, mentre le cose sono un po’ diverse per il cittadino di serie A che prima comandava nel partito X e poi , cambiando idea, pretende di comandare e di pontificare nel partito Y.
E poi ci meravigliamo se l’intero mondo, India in testa oggi, ci prende in giro, trattandoci come “servi della gleba”.
gian luigi lombardi-cerri