di MASSIMO VIDORI – La situazione dell’area vasta (ex-provincia) Belluno-Dolomiti è al collasso. Il tracollo economico e funzionale di vaste fette dei servizi pubblici è imminente, dove non già conclamato. L’azione politica del movimento che rappresento da anni evidenzia come la distanza tra le parole ed il disastro sia in termini di tempo: si tratta solo di definire il quando!
Il catastrofismo non ha nulla a che fare con le nostre predizioni. Ci limitiamo a leggere i fatti, fuori dalle logiche della politica partitica che rimpallandosi le responsabilità distraggono dal problema vero: non c’è più tempo! In montagna le cose accadono prima. Da sempre il bellunese è laboratorio socio-politico di interesse nazionale. Qui ora chiude Veneto-strade e l’ente provinciale è in bancarotta. La popolazione cala di 1500 unità all’anno (su 200.000 totali)… le imprese peggio. Non serve essere maghi per capire che il problema sta nella struttura di governo centrale e non nella casacca partitica.
Tra un paio di mesi verremo ricoperti di spot elettorali: centro-destra, centro-sinistra, liste civiche… che importa? I continui tagli ai trasferimenti da Roma si alternano esclusivamente con gli aumenti delle tasse per Roma. Nessun tipo di politica per i territori. Ed i territori più deboli soccombono. Già 5 anni fa, alle scorse amministrative bellunesi, lo dicevamo.
Si vuol continuare a credere che la soluzione per il bellunese stia nel rilancio turistico del territorio o nella banda larga? Avanti, rilanciamo: è sempre colpa dei territori che non si ingegnano abbastanza! Tra i 600 ed 800 i milioni di euro che ogni anno regaliamo al governo centrale. Sono soldi nostri, prodotti qui in una montagna piena di problemi e di colpe. Qui dove uno stato baro ed assassino invece di agevolare, ruba, tenendo per sé ciò che è nostro. Lo abbiamo detto 2 anni fa “Legge Delrio olocausto delle Dolomiti”: sta succedendo!
Sono anni che urliamo che l’Italia è corrotta ed irriformabile, ma la denuncia viene sempre declinata in una questione di casacche: la destra e la sinistra… e con la scusa dei comunisti e dei fascisti, si passa oltre. Non c’è più tempo! Meno di un anno fa dicevamo “Perché l’area-vasta non diventi area-devastata”: la devastazione è in atto!
Le legioni di Carabinieri, i Questori, i Prefetti… accusano noi indipendentisti di essere nostalgici della Serenissima, ma nei nomi e nei fatti i governanti italiani si rifanno alla peggior Roma imperiale: dividi et impera… e magna!
L’emorragia della questione veneta, si sta coagulando nel freddo delle Dolomiti ed i nostri grandi Sindaci alzano la testa insieme, minacciano di cedere la simbolica fascia tricolore al Prefetto. I Primi Cittadini col simbolo dovranno cedere le competenze e farsi commissariare. Se vorranno essere incisivi, dovranno cercare ed attuare una soluzione vera, che vada oltre la gestione dell’emergenza, diventata ormai uno strumentale format utile ai Prefetti.
La soluzione sarà quella di lavorare per poter indossare una nuova fascia. L’alternativa alla morte certa italiana, è l’indipendenza veneta. Un Veneto confederato di territori sostanzialmente indipendenti, i cantoni come in Svizzera. Per risolvere i gravi problemi della montagna e gestire quelli che stanno per esplodere in pianura.
Nota tecnica: la fascia coi colori del Veneto indipendente la posso fornire io. Più di qualcuno lo ha già fatto.
Massimo Vidori
1° Consigliere Nazionale di Indipendenza Veneta