di ANGELO VALENTINO – Non nel mio giardino. Ma si fa presto a cambiare idea. E così, se prima la Lega Nord ha fatto barricate e gazebate contro l’utilizzo delle ex caserme in Lombardia come centri di accoglienza, ora si muta registro. La prima vittima del nuovo corso è l’ex caserma dell’esercito Serini a Brescia. La cronaca locale già parla di requisiti, 80-100 posti, che sembrano corrispondere al progetto del Viminale.
Si legge sul Corriere di Brescia che «Il ministero degli Interni potrebbe cambiare idea – dice Marco Togni, capogruppo del Carroccio a Montichiari – basta guardare i numeri della Serini: prima si era detto non più di 80 persone, ora potrebbero salire a 150. Quello che avviene domani non lo sappiamo». Ma il prefetto ribadisce di non conoscere l’esistenza di alcuna ipotesi sulla trasformazione della Serini in un Cie. E poi sottolinea che non sarebbe nemmeno così semplice: «servirebbero reti, muri e sistemi di sicurezza molto più forti, simili – dice – a quelli di un carcere». La Lega Nord ribadisce la propria contrarietà alla linea del governo sull’immigrazione e invita l’esecutivo a «rimpatriare tutti i clandestini e bloccare gli sbarchi: solo così – ha detto Simona Bordonali – si potrà ridurre il rischio attentati».
Lega contro il ministro dell’Interno Salvini? Si sa che prima viene l’interesse nazionale, e poi quello locale. D’altra parte, il Nord non c’è più.