di MARIO DI MAIO – Forse non tutti ricordano che a suo tempo, quasi contemporaneamente alla sua elezione alla presidenza di Regione Lombardia, Maroni e’ stato anche nominato presidente della euroregione padano-alpina, con relativa cerimonia di insediamento ufficiale. Ma non esistono tracce successive di attività di questa istituzione nonostante la notevole importanza del territorio di riferimento.
interrogato sull’argomento in occasione di un convegno organizzato dalla Cattolica di Milano, Maroni rispondeva che la maggioranza dei Paesi membri tergiversava perché, gia’ privata di “peso” da Bruxelles non gradiva le ulteriori perdite di sovranità inevitabilmente connesse con il funzionamento delle euro regioni. Sicché in pratica il problema e’ stato volutamente ignorato e nessuno ha protestato.
Ma la mancata creazione di efficaci organismi decisionali intermedi con il passare degli anni ha finito per gonfiare a dismisura il potere di Bruxelles fino a provocare l’attuale forte disorientamento per l’accavallamento nella attribuzione e soprattutto nella gerarchia delle competenze politico l’amministratore. E il malcontento che ne deriva e’ dovuto essenzialmente ad una vera e propria irruzione nei settori più’ delicati della vita delle persone e delle comunità che fanno capo alla U.E. Ad es. al tempo di Adenauer la corte di Bruxelles non si sarebbe sognata di condannare l’Italia perché nel nostro Paese “si fanno pochi aborti”.
A questo punto non rimane che scegliere finalmente quale federalismo adottare. Nel mondo non mancano esempi di grandi entità multiculturali funzionanti come il Canada, gli USA e perfino la federazione russa. Diamoci dunque datare…..