di Roberto Bernardelli – Fino a poco tempo fa dal governo si è levata la voce per cui il ponte sullo stretto era l’opera prioritaria per il paese.
Non gli invasi, non i piani d’emergenza per scongiurare la siccità più che stra annunciata. Avremo un’estate più critica del 2022. Non piove, l’acqua, poca, arrivata, non è stata raccolta. I piani dove sono? Ora leggiamo che per effetto della grave siccità che ha colpito soprattutto il centro nord, è a rischio 1/3 del Made in Italy a tavola che si produce in Pianura Padana dove, si concentra anche la metà dell’allevamento nazionale. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti nel sottolineare che sono circa 300mila le aziende agricole e gli allevamenti in difficoltà nel centro nord Italia. A rischio è la produzione degli alimenti base della dieta mediterranea, dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dalla frutta alla verdura fino al mais per alimentare gli animali per la produzione dei grandi formaggi come Parmigiano reggiano e il Grana Padano. Ma anche i salumi più prestigiosi come il prosciutto di Parma o il Culatello di Zibello. Senza parlare del riso le cui previsioni di semina prevedono un taglio di 8mila ettari e risultano al minimo da 30 anni. “Un patrimonio messo a rischio dalla situazione di scarsità di acqua in un 2022 in cui – evidenzia Coldiretti – al nord c’è un deficit idrico del 40% rispetto alla media storica delle precipitazioni secondo l’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr”.
Stiamo ancora aspettando il colpo di genio di qualcuno. Mi viene da gridare: Prima l’acqua!
Onorevole Roberto Bernardelli, presidente Grande Nord