In Italia esiste un partito trasversale che se dovesse candidare i suoi sostenitori avrebbe la maggioranza quasi assoluta dei voti: il partito del NO. La prima preoccupazione di moltissimi italioti, davanti ad un qualsiasi problema è quella di dimostrare che la migliore delle soluzioni è quella di “fare niente”. Vediamo la dimostrazione di questo assunto, con una premessa.
Alla base dei NO ci sta un principio che rappresenta il più antiscientifico e antistorico dei principi: il “Principio di precauzione”. Guida sovrana per dire NO è il sempre citato “Principio di precauzione “ e chi lo cita dimostra quasi sempre di non averlo capito. Detto principio è fondato sulle notissime regole della “analisi del rischio” concludendo, arbitrariamente, al di fuori di tale analisi, con una decisione di “non luogo a procedere”. L’analisi, in realtà, non dice di non procedere, ma esprime solamente, una volta esperite le azioni di minimizzazione, se è stato raggiunto il limite di ACCETTABILITA’, tenendo ben presente che in tutte le azioni umane il rischio è ineliminabile. Basti pensare che se si esamina anche solamente il problema dei trasporti il rischio è ben lontano dallo zero. Gli aerei cadono, eccome, e le auto fanno stragi di persone, ciononostante continuiamo a volare e a guidare l’auto. Perfino al tempo dei dinosauri chi andava a caccia per mangiare valutava il rischio in funzione della pericolosità dell’animale da cacciare. E’ quindi sempre e solo un bilancio costi (non solo economici)-benefici. Abbandoniamo quindi il malefico principio per non essere obbligati a non muoversi più dal letto, dato che “la maggioranza delle persone muore nel letto” (sic!)
Esaminiamo ora sinteticamente le fonti energetiche e la loro accettazione in Italia.
FONTI NON RINNOVABILI
Petrolio e Gas. L’ Italia ha notevoli possibilità di ricavare energia da pozzi di petrolio e di gas. La SEN (Strategia Energetica Nazionale), ente del governo, stima in 126 ML di tonnellate le riserve di idrocarburi certe ed in almeno 700 ML quelle potenziali. Grazie ai giudici spinti dai soliti ambientalisti sono state bloccate le piattaforme petrolifere dell’Adriatico, mentre le iniziali fonti della Basilicata sono semi-bloccate e le possibili ed interessanti prospezioni della Sicilia, totalmente bloccate. Sono state bloccate le ricerche di gas con la scusa che “probabilmente si rischia di abbassare il livello del suolo” (livello che per molte persone è già sin troppo basso…).
Nel 2008 è stato invece autorizzato nella zona del comune di Roccastrada (Grosseto) un progetto per l’estrazione del Coal Bed Methane (CBM), che rientra tra i gas non convenzionali come il gas di scisto. Il progetto, ideato dalla società del Regno Unito Independent Resources, è basato sull’estrazione a bassa pressione del metano contenuto negli strati di carbone. Una tecnologia che non richiede l’aggiunta di solventi chimici e che dovrebbe essere meno impattante per l’ambiente. La società inglese ha investito 6 milioni solo per questa prima fase; una volta ottenuta l’autorizzazione ministeriale per arrivare alla fase estrattiva, sono previsti altri 50 milioni di euro. La produzione di gas prevista è di circa 3,6 miliardi di metri cubi in un periodo di circa 30 anni, sufficiente a soddisfare il fabbisogno di 80.000 famiglie. E’ tuttavia incipiente il rischio del blocco anche di questa attività.
Shale gas: Leggetevi le informazioni sul shale gas. “In Italia, allo stato attuale, giacimenti di shale gas non ce ne sono”, in una dichiarazione l’A.d. dell’Eni Paolo Scaroni aveva detto come non vedesse di facile utilizzazione lo shale gas in un Paese antropizzato come il nostro, dichiarazione su cui ebbe modo di concordare anche l’allora sottosegretario allo Sviluppo Stefano Saglia e, immediatamente prima che uno dicesse: “Andiamo un po’ a vedere che novità è mai questa”, la risposta fulminea è stata: Shale gas: cosa aspettiamo a vietarlo anche in Italia?
Gas liquefatto: Allo scopo di differenziare le fonti di approvvigionamento si è fatta strada, in tutto il mondo, di importare gas liquefatto: NO anche a questo con il blocco dei centri di gassificazione!
Carbone: Nonostante la grande convenienza economica e di differenziazione delle fonti di approvvigionamento, il NO regna sovrano. Nonostante tutta l’Europa, Germania in testa, cerchi di utilizzarlo il più possibile unitamente ai più moderni sistemi di filtraggio.
Nucleare: Dopo un continuo mare di menzogne il nucleare è stato non abbandonato, ma cancellato! In base agli “scienziati” nostrani l’energia ricavata dalla scissione dell’atomo non esiste. In Italia vige una fisica tutta diversa dalla Fisica classica. Senza SE e senza MA, anche per eventuali soluzioni future. Però udite, udite il 15% del nostro fabbisogno è importato dall’estero e prodotto da centrali nucleari. Centrali Francesi, Svizzere, Slovacche, Slovene, Romene e, quando saranno pronte, anche le Albanesi. Ho la sensazione che certi petrolieri abbiano il monopolio sull’Italia e, quindi con tutti i mezzi impediscano l’approvigionamento da altre fonti che non siano quelle “autorizzate” da loro.
Cosa ci rimane da fare ? Consolarsi con chitarra e mandolino, seguitare a pagare (abbiamo l’energia più cara d’Europa) e attendere ‘ u miraculo!”