E Zaia tuonò: O l’autonomia o il governo non passa il Piave

“Non ha nessun senso parlare di un progetto di governo se questo deve essere un Governo che non approva l’autonomia”. Lo chiarisce il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, commentando le dichiarazioni fatte ieri dal segretario della Lega Matteo Salvini, che ha assicurato che – in caso di vittoria del centrodestra alle elezioni del 25 settembre – l’autonomia sarà al centro della prima riunione del nuovo Consiglio dei ministri. “Ricordo che Fratelli d’Italia e Forza Italia, quindi il centrodestra che oggi si presenta alle elezioni, qui in Veneto e anche in Lombardia ha sostenuto a spada tratta sia l’autonomia che il referendum”, quindi “io non penso sia un tema di ricatti, ma che sia un tema di coerenza e di rispetto del rapporto che si ha con i cittadini”, evidenzia Zaia. “Conosco Giorgia Meloni, conosco Silvio Berlusconi, e so che la direzione è quella di venirne fuori”. Tra l’altro, sottolinea Zaia come già fatto proprio da Salvini, “c’è una contestualità che è unica, il 22 ottobre di cinque anni fa c’è stato il referendum. Sono stati cinque anni travagliati, di Covid, crisi Ucraina, ma anche tanto lavoro…. Questo governo oggi non ne ha i poteri e per un fatto di opportunità non lo può fare, ma ha già in mano il progetto concluso, per cui è fondamentale che si celebri questo anniversario”. Quindi “non so quali saranno le tempistiche ma so che se il Governo che arriverà non porterà avanti questa istanza di certo qui in Veneto è meglio che non si presenti… E poi prima o poi arriverà qualcuno che la farà l’autonomia e farà fare una figuraccia a tutti quelli che questa pagina di storia non la hanno voluta scrivere”.

Infine, ribadisce Zaia “l’autonomia va letta come federalismo, è una scelta di modernità, parliamo di un Paese che non deve essere più centralista. E smettiamola con l’adagio che ci sono Regioni che verranno affamate, non è così: se qualcuno a casa sua ha i rifiuti per la strada, deve fare la valigia per curarsi fuori regione, non ha l’acqua potabile nei piani alti dei condomini, non è per colpa dell’autonomia perché oggi l’autonomia non c’è… Il problema è la malagestio e il malgoverno di quei territori”, conclude.

 

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