Parla molto, più di prima, segno di un logoramento interno che si consuma in apparente silenzio. “Sulla data delle prossime elezioni regionali questo Paese sta scrivendo una delle pagine più brutte della sua storia: è un Paese che non vuole andare al voto e chi porta avanti questo discorso è contro la democrazia e contro l’autonomia, quella delle Regioni di poter fissare la data delle loro elezioni”. E’ duro il j’accuse del presidente del Veneto, Luca Zaia sullo spostamento della data delle elezioni a dopo metà settembre.
Di più, Zaia spiega che “dal Consiglio dei ministri è uscito un decreto secondo cui non si potrà andare a votare prima del 20 settembre , cosìcchè i ballottaggi si faranno ai primi di ottobre e se arriva il virus in autunno chi ha deciso questa data ne sarà responsabile”, ha stigmatizzato Zaia, che ha quindi sottolineato: “Ne ho parlato a lungo con il presidente Mattarella, purtroppo non è compito del Quirinale l’indizione delle elezioni”, ha sottolineato ricordando che “in Corea del Sud si è andati al voto ad aprile, in Francia si andrà adesso in giugno. Nel nostro Paese è ormai tutto aperto, ma non si può andare a votare”, ha concluso.
Restiamo in attesa di una presa di posizione del segretario del Carroccio nazionale.