di Corrado Callegari – L’altro giorno non è passato per un voto quel consenso dato così per scontato sul referendum salviniano sull’abrogazione della quota proporzionale nella legge elettorale. Era una iniziativa avanzata in otto Consiglio regionali. Peccato che la maggioranza veneta si sia arenata. Prendi e porta a casa. La sinistra come da copione ha votato contro ma a fare la differenza sono state due formazioni, il consigliere di Ap, che si è astenuto, e SiamoVeneto, con Antonio Guadagnini, che non ha partecipato al voto. Morale della favola, alla fine l’esito è stato di 25 favorevoli, 14 contrari, 2 astenuti. Il provvedimento non ha così raggiunto la maggioranza assoluta richiesta (26 voti, e il presidente del Consiglio, Roberto Ciambetti ha annunciato la mancata approvazione della proposta di deliberazione).
Toh, che peccato. Ieri il bis, perché le disgrazie arrivano sempre insieme, non è forse vero? Questa volta è l’ordine del giorno di Fratelli d’Italia che spacca la maggioranza e che si porta a casa incredibile a dirsi, i voti del centro sinistra. Obiettivo era, anzi è, ripristinare il 4 novembre festa nazionale con qualche accento nazionalista in più. Con inno nazionale, alza bandiera il primo giorno di scuola. Un ordine del giorno a firma Giorgetti-Donazzan che spariglia il consiglio. L’opposizione sostiene la proposta e l’unico voto leghista a favore è quello del presidente del consiglio regionale, Roberto Ciambetti.
Al resto della Lega non piace il motto Dio-patria-famiglia? Ma non sono per la svolta nazionalista e contro le “pulsioni” indipendentiste? Quelle dannose, che amano ripetere, tranne poi voltare le spalle al tricolore? L’altro giorno invece contrordine compagni veneti. Anzi no, un po’ italiani. Il capogruppo Luigi Finco si astiene, forse non è necessario intonare l’inno il primo giorno di scuola quando sei appena fresco di ripasso dal Papeete.
Corrado Callegari-Responsabile Confederazione Grande Nord Veneto