E la Lega: che fretta c’è per l’automomia? Il Nord può aspettare i comodi degli altri

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di MASSIMO VIDORI – Drammatico e grottesco il proclama di Toni Da Re sulla disponibilità a rallentare sull’autonomia veneta in attesa del “pieno” elettorale delle Europee. Fa il paio con le critiche “politicamente corrette” di Bossi ai Serenissimi per l’assalto del campanile di San Marco nel 1997. Allora c’erano le politiche d’autunno ad attendere.

Ho da poco visto l’eroica ministro Erica Stefani a Belluno. Eroica per la febbre, ma soprattutto per la battaglia che sta conducendo con correttezza e fiducia nelle paludi romane…

L’indipendentismo ha  sostenuto la battaglia per l’autonomia, consapevole che è proprio a questo che saremmo arrivati.

L’indipendentismo ha voluto e sostenuto il referendum in Veneto, consapevole che il valore aggiunto di 2.320.000 sì, sarebbe servito sul tavolo della contrattazione di questo primo germe di auto-governo, lontanissimo dall’ideale, ma utile.

Ebbene cosa fa il Segretario Nazionale della Liga Veneta-Lega Nord? Frena, per opportunità elettorale.

Il senso di responsabilità istituzionale poi, farà il resto… (come il ministro Stefani, ndr)

Il presidente di tutti i Veneti, Luca Zaia aveva ipotizzato la chiamata alla piazza già qualche mese fa. Ebbene è ora di farlo, senza se e senza ma… pancia a terra… mai mollare!

I 22 anni di rallentamenti e responsabilità istituzionale passati dal curioso episodio del gradasso Padano, costretto a ridimensionarsi, superato dai velleitari avanguardisti Veneti, sono fari sull’inutilità degli atteggiamenti cauti nei rapporti col pachiderma italiano.

Ed allora si cambi marcia e si scenda in piazza, in modo legale, pacifico e democratico: chi ha ragione non deve temere nulla.

Dove il senso di responsabilità lascia il posto all’opportunità ed alla paura, finisce il cambiamento!

Catalunya docet.

 

Massimo Vidori

Indipendentista Veneto

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