di MARCELLO RICCI – Che il seriale mentitore capace di interpretare i magliari napoletani con la variante dell’accento fiorentino giochi sempre sporco su tutto è roba nota. Vuole riformare il senato rendendoli i senatori Giano bifronte che si dovranno alternare nei ruoli alterni di sindaco e senatore. Il bicameralismo perfetto ha avuto una sua ragione di essere, ma se la stessa, mutatis mutandis, si è esaurita si deve passare al monocameralismo con tutte le modifiche che comporta. La Boschi si è esercitata in una materia tanto delicata e importante, come si se fosse una tesi di laurea. I corifei per mestiere pur non convinti dell’iniziativa, tentano di salvarsi in corner sottolineando che serve comunque a uscire dall’immobilismo e il cambiamento potrà comunque essere ulteriormente modificato. Bambini annoiati dalle regole esistenti che vogliono cambiare senza convinzione.
La riforma proposta è il peggiore mezzo per modificare senza trasformare, affidandosi ad una serie di compromessi che hanno il sapore di patti leonini. L’obiettivo è galleggiare, cosa molto facile data la materia che li caratterizza. L’esito del prossimo referendum determinerà il crollo di questo governo e c’è la speranza che Renzi mantenga l’impegno di lasciare la politica. Gli idioti, come le disgrazie , vanno in coppia e al fianco di Renzi c’è Jean-Claude Juncker, che nel discorso sullo Stato dell’Unione, è tornato sul tema del “Patto di stabilità” ribadendo che questo non può trasformarsi in un “patto di flessibilità” e ciò in apparente contrasto con Renzi che si indigna sino a minacciare di far saltare il tavolo.
Sempre Juncker difende l’accordo di libero scambio con il Canada, che danneggerebbe gravemente l’Italia. Inoltre si è scagliato contro i populismi” ( non piacciono sono la parola del popolo) mentre tace sui poteri forti finanziari che non risolvono i problemi ma, al contrario, li creano.
Inoltre sia Renzi che Juncker hanno dato l’endorsement alla Clinton prendendo le distanze da Donald Trump che ha annunciato un’America diversa. Nel programma di Trump c’è la lotta all’immigrazione illegale, il rimpatrio dei clandestini condannati per reati, una nuova politica verso la Russia. Non lo scontro frontale con Putin, ma l’incontro per raggiungere un accordo sui vari temi che surriscaldano la politica mondiale. Certamente tante questioni (Crimea, Ucraina, Medioriente, ecc.) sono state estrapolate dalle reali dimensioni per renderle casus belli.
L’ America di Obama e della Clinton seguiva il detto: la guerra è un piatto ricco e mi ci ficco. Trump cerca la pace attraverso il dialogo e vuole spendere non per le guerre, ma per portare gli USA a livelli sociali, occupazionali e produttivi migliori. Se il vento di Trump giungerà sino all’Europa c’è la speranza di realizzare finalmente una sana federazione europea fatta di popoli. Gianfranco Miglio aveva previsto un ciclo di passaggi per arrivare a questo risultato. Sono tutti compiuti?