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Dopo gli 80 euro di Renzi, in Veneto quelli dell’autonomia di Zaia valgono uguale?

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di MASSIMO VIDORI – La passione per il territorio veneto porta a convegni come quello che Asenblea veneta ha organizzato a Creazzo (VI) il 15 giugno sul percorso autonomista.

Tra i relatori, Andrea Giovanardi, membro della delegazione trattante della Regione Veneto col Governo italiano per l’autonomia. Molti i fatti importanti che ha riportato:

  • l’impossibilità strutturale di assegnazione dei 9/10 dell’introito fiscale
  • l’obiettivo per massimo il 26% del gettito Irpef
  • l’ineluttabilità della maggioranza parlamentare assoluta (la metà più uno dei membri effettivi!) per approvare l’autonomia dopo l’estenuante trattativa
  • la durezza del confronto col Governo per interpretare la norma costituzionale che regola il percorso autonomistico!

Il dato che ha però catalizzato l’attenzione del folto pubblico è la quantificazione della partita economica (i schei!) in ballo tra Stato e Regione: 3.7 miliardi di euro. Tanti?

Per capire la ricaduta pratica che potrebbe avere su ogni veneto, immaginando di dividerli tra i 3.728.000 di elettori regionali, equivalgono ad 83 euro al mese. L’ormai epica autonomia differenziata del Veneto vale come il provvedimento di Renzi! Depotenziato dal fatto che non sarebbero soldi messi fisicamente nelle tasche dei veneti, ma andrebbero alla regione per gestire ben 23 materie!

Tuttavia, è proprio guardando questo portato economico relativo che si capisce molto della resistenza italiana all’autonomia.

Non è tanto il fatto economico, quanto il precedente politico che spaventa il Governo. Spaventa che un territorio possa gestire una minima parte della ricchezza che produce. E’ un concetto di libertà insopportabile per chi, con pazienza giacobina, abbia costruito un contenitore di donne e uomini centralista. Uno Stato che, per nascondere la sua vera natura di lager fiscale, è disposto ad ostacolare la sua stessa Costituzione. Lo sforzo autonomista del Veneto ha quindi un valore che travalica il tema economico. Per questo, il diritto reclamato democraticamente col voto del 22 ottobre 2017, deve essere difeso.

Si sente dire che “autonomia è responsabilità”. Ebbene, entro settembre, gli 80 euro al mese di responsabilità per ciascun elettore veneto dovranno essere assegnati concretamente. Se così non fosse, saranno gli stessi veneti a doversi prendere la responsabilità di uscire dalle case per pretenderli: la questione veneta e la libertà non hanno più tempo da perdere!

Massimo Vidori

indipendentista veneto

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