“Dopo due anni di pandemia ci sembra di essere tornati al punto di partenza. Si parla ancora di mascherine, distanziamento e didattica a distanza. Siamo delusi e amareggiati. Questa è la dimostrazione di quello che sostenevamo durante le mobilitazioni di questo autunno: per la scuola non è stato fatto nulla”. Luca Ianniello, esecutivo nazionale Rete Studenti Medi, commenta all’agenzia di stampa Dire il difficile rientro tra i banchi dopo la pausa natalizia. Una ripartenza che preoccupa i presidi e su cui invece il governo non ha dubbi: il 10 gennaio si tornerà in classe. Ma “alla posizione politica di ribadire che le scuole sono aperte a tutti i costi non è corrisposta un’azione seria. Alle parole non è conseguito nulla”, denuncia Luca Ianniello. E adesso la situazione epidemiologica preoccupa anche gli studenti, che sono scesi in piazza più volte, in questi anni, per chiedere un rientro in classe in sicurezza. “Ormai è diventata una prassi: a un certo punto il virus si diffonde, nei mesi invernali, e solo allora si ci rende conto che per la scuola non è stato fatto nulla”, spiega il membro dell’esecutivo nazionale della Rete Studenti Medi. La didattica a distanza, per gli studenti, “non può essere la soluzione”.
La risposta va trovata più che altro negli screening, nell’uso diffuso della Ffp2, e nei vaccini. “Non si può fare una distinzione tra minori vaccinati e non, perché i minori sono soggetti alle decisioni dei loro genitori: così si crea un enorme danno al diritto allo studio- commenta Ianniello in riferimento al nuovo protocollo per la gestione dei casi Covid a scuola- sarebbe più corretto introdurre un obbligo vaccinale per tutti gli studenti delle scuole superiori. Non ho dubbi sull’adesione dei giovani. Per noi studenti si risolverebbero molte contraddizioni e potremmo avere una didattica in presenza più continuativa. Nel nostro caso molti giovani vogliono vaccinarsi ma hanno genitori che non glielo consentono. I giovani sono pronti a fare la terza dose e ad aderire alla campagna vaccinale, come hanno già dimostrato: solo così si può uscire da questa situazione”. Vaccini, quindi, ma anche sistemi di areazione e possibilità di eseguire i tamponi fuori dalle scuole. “Dopo due anni non possiamo ancora parlare di emergenza. Bisogna fare di più. Questa è una sconfitta per tutti- aggiunge Luca Ianniello- in autunno era nata una grande mobilitazione studentesca per riprenderci i nostri spazi e oggi, a un mese di distanza dalle nostre mobilitazioni, ce li rivediamo ancora sottratti. Ma noi continueremo a manifestare in sicurezza”. E anche sulla maturità, gli studenti aspettano ancora risposte. “Vediamo come vanno i numeri dei prossimi giorni. Non siamo contrari al tema scritto, il punto è che avremmo voluto un ripensamento più strutturato sulla maturità. Un esame che potesse essere più vicino al percorso dello studente. Che credibilità si può dare a una prova costruita con questo ritardo? Bisognava dare una formulazione di esame già due anni fa. Si è andati avanti in emergenza. Un esame così non serve”.