Dio tace in Occidente. Ma non tace Ratzinger

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di SERGIO BIANCHINI – Papa Ratzinger nei suoi appunti di aprile 2019 segnala il crollo etico e relazionale dell’occidente e si dilunga poi su un analogo crollo della teologia morale cattolica. Questo secondo crollo avrebbe impedito alla chiesa cattolica di opporsi al crollo sociale e forse lo ha perfino favorito.

Chiedendosi cosa fare in questa situazione dice che non bisogna creare un’altra chiesa ma affidarsi all’amore di Dio. Quindi alla pazienza operante nella certezza che sorgeranno persone, idee, energie capaci di correggere la situazione catastrofica. Per ora tuttavia si cammina al buio.

L’occidente sembra languire in una perenne rissosità che attraversa ogni singola nazione ed anche l’Europa nel suo insieme. Ormai sembra naturale ed inevitabile questo stato di tensione orchestrato e amplificato dai media e dai giornaloni, gestiti dalla grande finanza, che sono i veri partiti politici rimasti in occidente.

E dietro la incessante rumorosità dei continui scandali, rivelazioni, congiure, colpi di scena emerge il vuoto e la mancanza di grandi idee creative e di grandiosi progetti sociali.

Vivere anarchicamente, genialmente, avventurosamente e magari pericolosamente in mondi poco governati è l’unico modello esistenziale proposto ormai fin dalla scuola elementare e con lo svilupparsi della crisi organizzativa, economica e finaziaria degli stati sarà forse presto l’unico possibile.

Le buone maniere, l’armonia, la buona educazione, la mitezza, la concretezza, la ricerca e realizzazione di compromessi utili a tutti sono visti come comportamenti antiquati e negativi. Da ammirare solo il rivoluzionarismo individuale, magari dettato perfino dalla dedizione altruistica ma comunque in contrasto col comune sentire maggioritario del proprio popolo. Il popolo stesso, seppure scritto nella costituzione come il detentore della sovranità, è un vecchio concetto da superare.

Anche il nuovo papa Bergoglio sembra aver abbracciato questa concezione esistenziale e sprona continuamente i giovani alla “rivoluzione” dimenticando i 10 anni di terrorismo ( dal ‘68 al ‘78) vissuti in Italia dalla generazione del ’68. Ma non emergono punti di arrivo e tempistiche di queste innumerevoli e variopinte militanze “rivoluzionarie”.

Non emerge soprattutto il loro legame con l’esistenza di uno stato sociale moderno il cui buon funzionamento richiederebbe immense energie organizzative e morali.

Parallelamente, in oriente, esaltando l’armonia, la buona educazione, lo studio, il lavoro, e la collaborazione di governo, diversi paesi che complessivamente assommano a metà dell’intera popolazione mondiale, si sviluppano ad un tasso del 6-7-8 % annuo. Questo vuol dire il raddoppio della ricchezza in 10 anni.

In Asia la povertà sta scomparendo mentre rimane endemica nel continente superassistito: l’Africa.

In occidente si vive ancora di rendita sulla vecchia parola d’ordine della giornata lavorativa di 8 ore, vecchia di più di 100 anni. In occidente si potrebbe dire che DIO TACE.

Periodicamente si verifica nella storia umana l’apparire di volontà collettive incontenibili che, vincendo enormi resistenze iniziali, rimodellano la società e l’insieme delle relazioni sociali.

Queste volontà e questi disegni DIVINI sono annunciati, ignorati, ostacolati, condivisi in innumerevoli vicende anche di lunga durata fino alla fondazione ed al trionfo di una nuova religione generalmente sposata ad un nuovo impero.

Le più grandiose vicende di questo tipo, scatenate da rivelazioni DIVINE, negli ultimi 3000 anni si riferiscono a Budda, Zoroastro, Cristo, Maometto. Diversa è la vicenda del Confucianesimo che non ha risvolti “divini” e non si presenta come una rivelazione soprannaturale ma come un insieme di insegnamenti sorti dalla esperienza umana e dalla riflessione su di essa.

Il cristianesimo, poggiando sulla antica rivelazione divina mosaica, si umanizza con Cristo, unendo umano e divino insieme. Inoltre, nel modello trinitario con cui si presenta il nuovo patto tra dio e l’uomo viene configurato un rapporto molto tipico tra potere supremo e popolo, tra comandanti e comandati. Il potere supremo è grandioso, invincibile, inesorabile ma contemporaneamente misericordioso e plurale, trinitario. Il potere supremo vede equipotenti ed alleati (se e quando va bene) imperatore, papa e popolo.

In questo quadro filosofico- teologico si è sviluppato l’occidente che oggi appare in paralisi dopo aver generato le moderne nazioni.

Il potere governativo è ovunque paralizzato dalle controversie ideologiche, politiche e giudiziarie.

Il divino, il supremo, si è riversato nel garantismo. Un garantismo a favore dell’individuo che, almeno a parole ma con la solita diversificazione reale dovuta al peso della ricchezza e di poteri parziali, è il nuovo vitello d’oro dell’occidente.

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