Di Maio fa “sparire” i rider dall’agenda del governo. Sciopero il 26 ottobre del popolo (quello vero) precario

ragazze_bici_rider_fgdi ANGELO VALENTINO – Il reddito di cittadinanza è niente rispetto alla presa in giro a danno dei ragazzi rider, che corrono in bicicletta senza tutele a consegnare pasti caldi in città. Erano il simbolo della precarietà. Il vicepremier Luigi Di Maio, li aveva incontrati promettendo che le cose sarebbero cambiate, aveva ingaggiato un braccio di ferro con Deliveroo e Foodora per arrivare al miraggio di uno stipendio fisso, ferie e contributi…

Doveva iniziare un dialogo tra le parti. Era stata esclusa la questione dal decreto dignità. E dopo? Dall’11 settembre più nulla. Così apprendiamo che tutto è caduto nel vuoto. Cita l’inkiesta.it: «Che fine ha fatto il tavolo? Siamo stanchi di attendere», scrivono dalla Riders Union di Bologna. Consapevoli, forse, del fatto che il governo gialloverde abbia fatto di loro un uso propagandistico, per poi lasciarli in soffitta, tra pagamenti a cottimo e paghe basse. «Sino ad ora quello che abbiamo visto sono stati solo grandi promesse e grandi annunci, disegni di legge in grado di risolvere i nostri problemi poi messi da parte perché intaccavano gli interessi di Lega e Confindustria», aggiungono i rider.

Niente legge ad hoc, niente contratto nazionale ad hoc. Niente lavoro dipendente. Niente tutele minime.

«Nel concreto non c’è nulla e il silenzio del governo fa gioco alle piattaforme», dicono dai sindacati, riporta il quotidiano,  che denunciano una situazione di totale stallo. “Qualche giorno fa, prima Cgil, Cisl e Uil, poi i fattorini della Riders Union Bologna, hanno pubblicamente chiesto a Di Maio di riconvocare il tavolo e alle aziende di presentare una proposta concreta al più presto. E anche da Torino i rider, pionieri delle proteste, sono pronti a riorganizzarsi per scendere in piazza e contestare il governo e la sindaca grillina, soprattutto dopo che i Cinque Stelle regionali a inizio ottobre hanno affossato la proposta di legge di Leu per vietare il pagamento a cottimo con il mantra “se ne sta occupando il governo”.

E per il 26 ottobre, primo sciopero dei precari contro il governo del precariato economico, dello spread e del reddito di cittadinanza non si sa per chi. La piazza inizia a riempirsi e ad agitarsi.

“Ci saranno iniziative di protesta diffuse. Non abbiamo soldi per venire a protestare tutti a Roma, siamo gente che guadagna 5 euro l’ora …spenderne 100 di treno per venire al ministero non mi sembra fattibile”, dicono pensando anche all’eventualità di un gesto simbolico, come quello di far recapitare da un rider di Foodora al ministro Di Maio una pizza a Palazzo Chigi con la scritta ironica “ti ricordi di noi“?. Ogni decisione comunque dovrebbe essere presa già domani in tarda serata quando le associazioni di difesa dei ciclofattorini torneranno a riunirsi.

Intanto Riders Union Bologna guarda anche a Bruxelles dove a fine mese si terrà la prima assemblea dei Riders europei. In Europa d’altra parte qualcosa si sta muovendo: “Macron sta mettendo in moto alcune cose. Anche in Gran Bretagna si registrano aperture, lì i riders si sono alleati con altre realtà del mondo del lavoro dando luogo al primo sciopero condiviso tra ciclofattorini e lavoratori Mc Donlad’s”.

E invece in Italia l”immobilismo del governo, accusano ancora, sta creando problemi anche ad alcune iniziative di punta, dalla Carta di Milano alla Carta di Bologna firmata lo scorso maggio per far crescere le piattaforme digitali senza abbassare le tutele dei lavoratori. “A novembre ci sarà la prima verifica sulla carta di Bologna – concludono -. E non è una situazione rose e fiori, quando partì il tavolo di governo le iniziative si sono di fatto rallentate”.

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