Dì che in procura ti manda Picone

Tribunale di Genova

di CARLOTTA BEVILACQUA- La Repubblica fondata anche sulle intercettazioni svela altri aspetti della politica: la decisione di nominare, spostare, indicare quali procuratori dovessero o meno andare a Roma piuttosto che in altre sedi.

E’ l’ultimo fronte che esce dall’inchiesta sulle toghe. Le cronache dicono che…. “Emergono nuovi particolari sulla vicenda che riguarda Luca Palamara e alcuni componenti del Consiglio superiore della magistratura. «..Però qualche messaggio gli va dato forte». L’ex ministro Luca Lotti parlava del vice presidente del Csm David Ermini nella famosa riunione del 9 maggio scorso con consiglieri del Csm, Luca Palamara e Cosimo Ferri in cui si discuteva della strategia per la nomina del successore di Giuseppe Pignatone al vertice della procura di Roma. Uno dei consiglieri, ora autosospesi, raccontava di aver «problemi» con Ermini anche in Disciplinare. E Lotti commentava: «questo non va bene però».

L’ex ministro Renziano parla di fango. Ma come la pensa Robledo, l’ex procuratore di Milano? L’altro giorno a 24Mattino su Radio 24 ha affermato che “Il riferimento di Luca Palamara al Quirinale è una manovra diversiva, per mettere in difficoltà le istituzioni”. Il riferimento scaturisce da dichiarazioni in cui l’ex esponente dell’Associazione nazionale magistrati afferma che avrebbe saputo di essere intercettato grazie all’ammissione di più livelli di fonti, fino ad arrivare al Quirinale!

 “Il riferimento che viene fatto da Luca Palamara, sia pure indirettamente, al Quirinale, mi pare una mossa difensiva tesa a mettere in difficoltà le alte istituzioni dello Stato, riparandosi sotto l’ombrello di confusione, di preoccupazioni e di paure. Mi pare una manovra diversiva né più e né meno”. 

 E poi…

“I giovani magistrati vengono accalappiati subito dalle correnti, appena sono stati nominati uditori”. “Assolutamente sì” ha risposto l’ex magistrato ad una domanda sulla nuova generazione di magistrati che avrebbe una fibra morale più morbida. “Io vedo che oggi i giovani magistrati sono molto attenti alle carriere e ai rapporti ‘intercorrentizi’, e questo è il male vero”. Robledo ha concluso: “i giovani nascono in questo sistema e non ne vedono altri, non ne conoscono altri. Questo è il pericolo reale. Ed è più di un pericolo”.

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