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Denatalità? Lavoro e figli, le donne pagano. E il part time è la condanna per essere madri

L’ottava edizione di questa pubblicazione approfondisce la condizione della maternità in Italia: divario di genere nel lavoro e nella cura familiare, il vissuto difficile delle mamme tra parto e conciliazione dei carichi di lavoro di cura.

Nel 2022 è stato raggiunto il nuovo record minimo di nascite che scendono per la prima volta sotto le quattrocentomila.

La bassa fecondità nel nostro Paese è frutto di molte dinamiche, strettamente connesse al mercato del lavoro, la carenza dei servizi e la distribuzione dei carichi di cura familiare.

Per sostenere la genitorialità occorre intervenire in modo integrato su più livelli. Occorre potenziare il sostegno economico alle famiglie con minori, a partire da tutte quelle che vivono in condizioni di difficoltà. Allo stesso tempo, in un Paese dove il numero dei giovani fuori dai percorsi di formazione, studio e lavoro raggiunge una delle percentuali più alte in Europa, è indispensabile garantire ai più giovani l’autonomia abitativa e condizioni lavorative dignitose. I pochi bambini che nascono oggi dovrebbero poi vedere assicurato l’accesso ai servizi educativi per la prima infanzia così come alle cure pediatriche. Eppure sappiamo che questi diritti fondamentali non sono assicurati in tutto il Paese dove permangono, come dimostra l’Indice regionale, gravissime disuguaglianze territoriali.

o al secondo figlio. Questo il quadro che esce dal rapporto di Save the children «Le equilibriste, la maternità in Italia nel 2023». Un quadro atteso per la verità, la situazione è la stessa da anni. Ma colpisce leggere i dati tutti assieme, uno dietro l’altro, come elencati da Save the children.

Il divario lavorativo tra uomini e donne è al 17,5% ma cresce in presenza di minori: nella fascia di età 25-54 anni se c’è un figlio minore, il tasso di occupazione delle donne è al 63%, contro il 90,4% di quello dei papà, e con due figli minori scende fino al 56,1%, mentre i padri che lavorano sono ancora di più (90,8%), con un divario che sale a 34 punti percentuali.

Il Paese è poi spaccato in due, dove al Sud ancora le differenze sono marcate. Loccupazione delle donne con figli è  al 39,7% (46,4% senza  figli), mentre è il 71,5% al Nord (78,9% senza figli. La laurea aiuta, le donne con un titolo al lavoro sono l’83,2% altrimenti con un diploma superiore sono il 60,8% e il 37,4% con la licenza media.

Un terzo delle donne ha un part-time, il 32% contro il 7% degli uomini. Con figli minori si arriva al 37% contro il 5,3% degli uomini. Per la metà delle donne il part time è involontario.

 

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